Omelia (23-12-2012)
Giovani Missioitalia
Missionari come Maria di Nazareth

"Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore" (Lc 1,45).

Questa pagina del Vangelo di Luca, che la Chiesa ci propone nella celebrazione della IV Domenica di Avvento, ci fa comprendere la sorgente della missione di Maria nel mondo, una missione che comincia con un incontro d'amore a cui le risponde con un umile "sì".
Quell'incontro con l'Amore la rende "piena di grazia" e la fa diventare, incondizionatamente, la depositaria del mistero appassionato di Dio per l'umanità.
C'è passione nell'accettazione di Maria, una passione che è sviluppata in lei attraverso l'ascolto delle promesse contenute nelle parole del Dio dei suoi padri, una passione che l'ha resa pronta a dare la sua carne e il suo sangue al suo Dio, una passione che la mette in moto e la porta agli altri, la pone al servizio della salvezza universale e la rende "rete" di gioia.

La fede di Maria è il codice segreto capace di svelarci il segreto di ogni sua parola, pensiero e azione, è il decodificatore del suo amore appassionato per l'umanità che la porterà a donare il frutto del suo amore perché tutti diventino partecipi della vita divina.


In questi giorni, che sto trascorrendo in Italia, sono a decine i giovani che mi chiedono di poter avere un'esperienza missionaria. A tutti chiedo la stessa cosa: "Credi?"
Moltissimi rimangono sorpresi dalla mia domanda e sul loro volto compare la domanda: "E questo che c'entra?"
Eppure diventare missionari significa proprio questo: comunicare la fede appassionata che si ha nel cuore.
Diventare missionari è andare appassionatamente agli altri con una sola speranza: che tutti si aprano all'amore di Dio per loro attraverso l'ascolto della sua Parola fatta carne.
È permettere all'Amore divino di diventare il principio sorgente di ogni azione umana.
È dare la possibilità alla grazia divina di impadronirsi della vita umana affinché l'umanità possa riconoscere i segni dell'Amore eterno nelle opere che ci viene chiesto di compiere.
È mettersi in viaggio, in fretta, per dare agli altri la passione che Dio ha generato nel nostro cuore affinché tutti abbiano quello di cui hanno diritto: Gesù, il Cristo!
È perdersi per gli altri affinché ogni persona incontri l'Amore e ritrovi se stessa nell'amato.

La missione di Maria nacque nello stesso momento in cui la missione del Figlio di Dio si poté realizzare per la sua risposta di fede.
La nostra missione può cominciare solo dopo aver risposto di sì a Dio che ci propone di lasciarlo entrare nella nostra vita perché essa diventi il luogo dell'incontro suo con coloro che lui ama.
La missione che Dio propose a Maria e che propone a coloro che gli rispondono di sì è sempre la stessa: donare Cristo agli altri per poter comunicare e realizzare il suo mistero appassionato: amorizzare il mondo!

L'Amore divenne carne perché la nostra carne potesse diventare l'Amore suo visibile, tangibile, udibile, gustabile, odorabile, il cuore appassionato di Dio.
Come è possibile realizzare tutto questo?
Alla maniera di Maria e del Figlio suo: in umiltà e gioia.
Il segreto del successo della missione che Cristo ha affidato ai suoi discepoli è semplice: mettersi al servizio degli altri gioiosamente e umilmente, facendo solo quello che Dio chiede di compiere.
"Ecco, io vengo per fare la tua volontà" (Eb 10,9). Questo passaggio della lettera agli Ebrei ci insegna il modo per andare in missione: andare per fare la volontà di Dio, fedelmente, come ha fatto Maria e il figlio suo Gesù Cristo.



Il commento al vangelo di Luca 1,39-45 è di Padre Ciro Biondi, missionario del PIME in Papua Nuova Guinea.