Omelia (23-12-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Eb. 10,8-9 Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco io vengo poiché di me sta scritto sul rotolo del libro per fare o Dio la tua volontà. Eb. 10,8-9 Come vivere questa Parola? Nella lettura agli Ebrei, l'autore (con tutta probabilità un discepolo di Paolo) afferma con forza che i sacrifici che venivano offerti a Dio nell'Antica Alleanza (animali o frutti della terra) erano del tutto impotenti a ottenere da Dio il perdono dei peccati. È proprio dentro questa oscura notte d'impossibilità che balena una luce e si leva una voce di speranza. È quella di Gesù fatto uomo che si riconosce come Colui che doveva venire, il Figlio di Dio di cui, nel rotolo del libro (cioè nella Sacra Scrittura) i Profeti avevano annunziato la venuta messianica. L'accento della pericope cade sull'espressione: "Ecco io vengo a fare, o Dio, la tua volontà". Ecco: tutto il mistero del Natale è qui. Certo, è sempre dolcissima al cuore la contemplazione del Bimbo Divino che nasce in una grotta, parlandoci di amore e povertà. Ma quel che grida con più forza è proprio questo mistero del Verbo del Padre che s'incarna e viene a vivere nel mondo per insegnare agli uomini a compiere il progetto di Dio: quel che Lui vuole, sempre solo per un bene grande, anche se a volte nascosto. Signore Gesù, aiutami a vivere l'attesa del Natale nella Fede. Credo Sì, credo con tutto il cuore a quello che ai vissuto e insegnato: nulla c'è di meglio per me che compiere, insieme a Te, quel che il Padre vuole. La voce di un Padre della Chiesa Cristo lo si tocca con la fede, ed è meglio non toccarlo con le mani ma toccarlo con la fede, anziché palparlo con le mani senza toccarlo con la fede. Sant'Agostino (Serm. 246, 4) |