Omelia (25-12-2012)
Riccardo Ripoli
La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta

Natale. Quanti luci che adornano le nostre città e le nostre case, vetrine illuminate a giorno, alberi di Natale ovunque. Luce in ogni dove, eppure manca negli occhi di tanti perché quella grande illuminazione non è ciò che dovremmo guardare, non è quello da cui prendere forza. La vera luce è data dalla gioia di una nascita, un bambino che duemila anni fa ha portato la luce nel mondo, ci ha donato parole ed esempi di speranza, di amore, di solidarietà, di fratellanza. Oggi sembra che per le strade questi valori siano scomparsi, sembra che ci sia tanto egoismo, paura, disperazione, pessimismo, che le persone non sappiano dove camminare, in quale direzione andare, a quali ideali ambire. Tutto questo perché sono su sentieri privi della luce vera, quella che Gesù nascendo ha infuso nei nostri cuori, ma noi la rifiutiamo, neghiamo i valori di amore che Dio ci ha insegnato perché ci vanno stretti, perché ci fa comodo evitarli come la peste per non fare sacrifici, ed allora non brontoliamo se brancoliamo nel buio, se prendiamo brutte strade. Oggigiorno purtroppo siamo al buio, tante le guerre, le preoccupazioni, i tumori che mietono vittime in ogni casa, una crisi economica a livello mondiale, ma ci ostiniamo a non guardare quale sia il sentiero illuminato, siamo come aerei che vorrebbero atterrare in un porto sicuro, ma abbiamo paura di andare a finire fuori pista e schiantarci. Vediamo una pista illuminata, ma è troppo lontana da noi e continuiamo a cercare una pista sotto la nostra carlinga, giriamo a vuoto alla disperata ricerca di un atterraggio, ma è tutto buio e rischiamo di finire il carburante e precipitare. Non è troppo tardi rivolgere il muso dell'aereo verso quella lontana pista illuminata, troverete ad attendervi capaci controllori di volo che sapranno farvi atterrare dolcemente, senza scossoni. Dovrete fare solo il primo passo, dare una virata decisa alla vostra cloche per cambiare rotta, tutto il resto lo farà la torre di controllo.
Anche fare affidamento è così. Tutti vediamo quella pista in lontananza, tutti capiamo l'importanza di prendere un bambino in affido perché mentre noi consumiamo il nostro sontuoso pasto di Natale, ci sono oltre un milione di bambini che vivono nella sofferenza, denutriti, privi di amore nella nostra bella e lussureggiante Italia. Ma ne abbiamo paura, il nostro egoismo ci frena, ci impedisce di capire che continuare a svolazzare lontani da quella pista ben tracciata farà morire tanti passeggeri. Noi che abbiamo la cloche della nostra vita in mano, rendiamoci conto che siamo anche coloro che possono decidere tra la vita e la morte di un bambino, tra una vita di sofferenza ed un'esistenza buona. Possiamo fare la differenza per tanti ragazzi, se solo fossimo meno ottusi perché atterrare su quella pista illuminata sarà anche per noi una gioia immensa ed un riposo per il nostro cuore, stanco di tanto egoismo.