Omelia (30-12-2012) |
don Roberto Seregni |
Spiritualità dello straccio A pochi giorni di distanza dal Natale, la madre Chiesa ci invita a celebrare la festa della santa famiglia. A dir la verità sappiamo ben poco della famiglia di Nazareth, della quotidianità, del lavoro, delle scelte, delle difficoltà... I Vangeli ci fanno intravedere pochissimo di quegl'anni, la vita ordinaria di Gesù con Maria e Giuseppe è coperta dal silenzio. Eppure, al di là di quello che si potrebbe pensare, quel silenzio è una delle rivelazioni più affascinanti della novità di Gesù, del suo Vangelo. I vangeli apocrifi e molti scrittori hanno sentito il desiderio di riempire quel silenzio imbarazzante. Possibile che il Figlio di Dio sia rimasto inattivo per trent'anni a Nazareth? Possibile che non abbia fatto nulla per iniziare la Sua rivelazione? Possibile che nemmeno un miracolo, anche piccolo piccolo, sia rimasto nelle cronache del tempo? Mi spiace deludere chi si aspettava grandi rivelazioni segrete sull'infanzia del piccolo Gesù e della santa famiglia, ma i primi trent'anni di Nazareth sono meravigliosamente segnati dal silenzio. E' un silenzio che grida più di tante parole, che illumina più di molti fari. E' il silenzio della quotidianità, della normalità, dell'ordinario. Tutti lo attendevano; i profeti avevano preparato la via; storpi, ciechi, zoppi, malati e lebbrosi lo aspettavano e Lui che fa? Pialla un tavolo, aggiusta un incastro di una sedia, prepara il manico di una pala. Eccolo il nostro Dio, un Dio che mostra la via della santità, che abbatte la separazione tra sacro e profano, che fa del tempo ordinario il luogo decisivo della vita cristiana. La santa famiglia di Nazareth ci richiama alla santità del quotidiano! Dobbiamo sfuggire da tutte quelle forme disincarnate di vita spirituale che ci propongono modelli estatici ed angelici. La famiglia di Nazareth ci richiama alla spiritualità dello straccio, la mistica del trattore, la teologia dell'ufficio! Abbiamo bisogno di intrecciare il Vangelo al quotidiano, di inzuppare la Parola del Rabbì negli impegni e nelle responsabilità di ogni giorno, di lasciarci guidare dal soffio sobrio e deciso dello Spirito nelle scelte di ogni giorno. dR |