Omelia (30-12-2012) |
Riccardo Ripoli |
Sacra Famiglia Ogni tanto qualche ottuso ci dice che non siamo famiglia. Cosa significa oggi essere famiglia? Due omosessuali che convivono insieme sono considerati famiglia, due genitori separati che vivono in de case diverse con i rispettivi nuovi compagni sono considerati famiglia, fra poco qualcuno chiederà di essere considerato famiglia se convive con un cane ed un gatto. Ma cosa significa realmente essere famiglia? Famiglia è dove ci sia un papà ed una mamma, dove ci sia amore, dove ci sia dialogo, dove ci sia la volontà ed il forte desiderio di accogliere, allevare, accudire, amare i figli che il Signore, o la Natura se preferite, vorrà mandarci. Famiglia significa piangere e ridere insieme, bisticciare e poi fare pace, avere un sogno, un ideale e costruirlo insieme, significa ricominciare da capo quando le nostre speranze in un certo futuro si infrangono, essere di supporto gli uni agli altri, accettare le scelte dei figli con amore, ma non con rassegnazione. Non devo dirvi io se siamo famiglia o meno, se avere sei, oppure otto, oppure dodici figli in affidamento è essere famiglia, posso però dirvi che in casa nostra c'è un dialogo continuo, la televisione resta spenta mentre ceniamo scherzando o parlando, le pene e le gioie di uno sono le pene e le gioie di tutti, i grandi imparano ad accudire i più piccoli iniziando a prendersi le loro responsabilità ed alleviano le fatiche della quotidianità dei genitori. Un tempo le famiglie numerose erano tantissime, forse che non erano famiglie? Un tempo il mondo andava meglio, forse il merito era delle famiglie numerose. Un tempo se un vicino aveva un problema i suoi figli entravano a far parte di quella casa e si univano alla famiglia, erano affidamenti veri e propri, taciti, legati alla necessità reale del momento ed era famiglia, ancora più famiglia. Venite a conoscerci, venite a fare famiglia con noi, ognuno avrà un suo ruolo, sarà zio, sarà amico, sarà parente alla lontana, ma chi entrerà in casa nostra non riuscirà più a recidere quel filo di gioia con il quale, in pochi attimi, saremo riusciti a legare l'anima di uno a quella degli altri. Essere famiglia significa avere il diritto di avere un figlio, ma oserei dire il "dovere" di avere un figlio. Se i figli non arrivano, se Dio, o se preferite la Natura, non li manda, perché accanirsi con mille terapie quando ci sono migliaia di bimbi che aspettano voi. Non è forse un segnale per intraprendere una strada che sia di accoglienza di un bimbo che soffre? E perché andare a cercarselo lontano, pagando tanti soldi, riempiendo le tasche di tanti intermediari più o meno legalizzati, strappandolo dalla propria cultura e tradizione quando nel nostro paese ci sono tantissimi bimbi che aspettano a braccia aperte di essere amati e accuditi? Perché la stragrande maggioranza di persone predilige l'adozione piuttosto che l'affidamento? Per una egoistica sensazione di possesso, possedere un figlio, farlo mio, renderlo uguale a me. Ma i figli sono essere umani e nessuno possiede un essere umano. Hanno la loro indipendenza, la loro volontà, il loro desiderio di scoprire cose nuove, il diritto di sbagliare e farsi male per fortificarsi ed imparare. Noi dobbiamo esserci, ogni volta che cadono, ogni volta che piangono, ogni volta che bocciano, ma dobbiamo lasciarli liberi. Fate famiglia, non abbiate paura ad accogliere un bambino solo perché un domani potrebbe andarsene, proponetevi per l'affidamento che abbiate già un figlio oppure no. Riceverete da loro molto di più di quanto nemmeno possiate immaginare. |