Omelia (01-01-2013)
don Roberto Rossi
Il Signore dà la pace e fa beati gli operatori di pace

Buon Anno nel Signore! Per molti la prima parola pronunciata oggi è stata: Auguri! E' la stessa parola che la Bibbia ci rivolge all'inizio del nuovo anno: "Ti benedica il Signore e ti protegga, faccia brillare il suo volto su di te". L'augurio che la Parola di Dio rivolge a ciascuno, oggi, è di scoprire Il Dio dal volto luminoso, per diventare persone luminose e avere accanto persone luminose, nella nostra famiglia, nelle comunità, nei luoghi di lavoro e di studio. Dio ci benedice ponendoci accanto tali persone, dal volto e dal cuore pieni di luce, che sanno vivere bontà e bellezza. E noi stessi dobbiamo essere persone di luce.

Oggi è la festa della Madre di Dio. Chi più di Maia Ss. è stata persona di luce, lei che ha accolto e generato Cristo, luce del mondo?

La festa di oggi ci offre molteplici motivi di riflessione: la chiesa scandisce per tutti noi ripetutamente nel nome del Signore una solenne benedizione sacerdotale. È l'augurio migliore che possiamo ricevere e scambiarci in questo giorno: viene da Dio, ma è per tutti noi. Pur essendo la festa della Madre di Dio, domina la figura del Cristo e ci viene ricordata ancora la sua opera di salvezza per l'intera umanità. Maria è sapientemente incastonata nel mistero del suo Figlio per sottolineare il suo ruolo nella storia della salvezza e in quello sempre attuale di Madre dei credenti. Noi onoriamo Maria sempre vergine, proclamata nel Concilio di Efeso "santissima madre di Dio" perché Cristo sia riconosciuto veramente Figlio di Dio.

È nel nome di Maria che dal 1967 si celebra oggi in tutto il mondo cattolico la giornata mondiale della pace. Dono divino, dono messianico è la pace. Non può essere costruita soltanto da noi uomini e soprattutto non potrà mai essere proclamata efficacemente fin quando non si depongono le armi. La pace degli uomini non può essere diversa da quella di Cristo: va quindi costruita sulle solide basi dell'amore fraterno e della grazia divina.

Ogni cristiano per vocazione deve essere un costruttore di pace cominciando magari dalle mura domestiche, impartendo una sana educazione ai figli con la forza dell'esempio. Il tutto dobbiamo accompagnarlo con la forza della preghiera come fa la liturgia di questo giorno che ci fa ripetere nella orazione: "Tu, o Dio nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna", una salvezza che inizia già durante il nostro pellegrinaggio terreno.

Per la giornata mondiale della Pace di quest'anno, il Papa ha dato come tema: "Beati gli Operatori di pace". La beatitudine non è solo una promessa per il futuro ma è già ora in atto: beato non è, semplicemente, chi invoca la pace e la desidera, ma chi mette in atto le strategie per renderla possibile. Si opera per la pace operando nell'amore e nella verità per la libertà e per la giustizia e in ogni momento, dice il documento del Papa.
I piccoli passi per la pace sembrano contraddetti dalle tensioni e dalle tentazioni di violenza. Abbiamo presenti i problemi nella Terra Santa, la pressione dell'Iran sulla striscia di Gaza, e sulla Siria, l'evoluzione lenta ma inesorabile verso la fine di quel regime, il pericolo di strumentalizzazione o di involuzione delle primavere arabe; pensiamo all'Egitto, alle violenze in diverse zone dell'Africa e dell'Asia, spesso contro i cristiani.
Gli uomini di pace non devono disperare, non rassegnarsi né cedere alla tentazione di rispondere alla violenza con la violenza. Noi non disperiamo mai, la pace è sempre possibile, è sempre parte del nostro compito e della nostra missione.
Si fa riferimento anche ai 50 anni dalla grande enciclica di Giovanni XXIII "Pacem in terris": la pace fondata sulla giustizia e sui diritti. Il diritto è il fondamento della pace, il riferimento alla dignità umana per la pace interiore e pace fra gli uomini è il punto di partenza del messaggio 2013.
Già altre volte si è tornati su questo concetto con Giovanni Paolo II nel messaggio del 1° gennaio 2002: "Non c'è pace senza giustizia", "non c'è giustizia senza perdono", e nel 1° Gennaio 2003, "la pace: un impegno permanente". Nel documento nuovo vengono posti in evidenza l'emergenza antropologica, la natura e l'incidenza del nichilismo, e per contrario i diritti fondamentali: il diritto alla vita contro aborto ed eutanasia e contro ogni sopruso; e poi il diritto alla libertà di coscienza, alla libertà religiosa, che non si riduce a libertà di culto ma è libertà di ricerca della verità e del senso della vita ed è la radice di ogni libertà; il diritto al lavoro per una crescita economica equa e solidale e in un nuovo modello di sviluppo fondato su una nuova impostazione per la vita degli uomini; il diritto a difesa del matrimonio fra uomo e donna, origine della famiglia. Infine ricorda il ruolo della famiglia stessa per una vera educazione alla pace. Il papa pone anche una riflessione etica su alcune misure che nel mondo si stanno adottando per contenere la crisi economica e finanziaria, l'emergenza educativa, la crisi delle istituzioni e della politica, che è anche, in molti casi, crisi della democrazia. La guida del magistero non sempre è adeguatamente accolta (anche fra i cristiani si preferisce a volte pensare o fare altro). Ma tale guida è preziosa per affrontare le situazioni difficili con una dimensione positiva e di speranza.