Omelia (06-01-2013)
don Roberto Seregni
Per tutti i popoli

Lo scrivo subito a scanso di equivoci: non erano tre e nemmeno re (dove sta scritto nel Vangelo?). Ciò che è certo è che venivano da lontano, da Oriente, forse dall'Arabia. L'Evangelo li definisce con la parola greca "magoi", che sta ad indicare astronomi, studiosi del cielo.
La loro è la storia di un cammino, di una partenza lontana, di una ricerca, di un desiderio. Si fidano di una stella, trovano la loro strada tracciata nel cielo. Alzano gli occhi e come unica segnaletica del loro viaggio scrutano i cieli apparecchiati di stelle.
La narrazione del Vangelo descrive benissimo il contrasto tra la dinamicità e la ricerca dei magi, e la staticità e la chiusura di Erode, dei sacerdoti e degli scribi.
Loro così vicini non hanno visto nulla e non hanno capito niente. L'avevano lì, a due passi, bastava aprire gli occhi. Ma la stella era nel cielo, e loro - i potenti - erano troppo preoccupati a tenersi ben stretti ai loro scranni di potere. (Quanto ci assomigliano!)
I magi, invece, da lontano hanno visto quella luce, senza saperlo hanno incarnato la profezia di Isaia: "Cammineranno le genti alla tua luce." (Is 60, 3). Hanno visto e sono partiti. Senza sapere verso dove. Partiti e basta.
Come Abramo, padre della fede.
Appunto.

Il fatto dei magi spalanca l'annuncio del Vangelo: quella luce brilla su tutti i popoli! Il Messia nato della grotta di Bethlemme è per tutti.
Questa è l'Epifania, cioè la "manifestazione". Una festa per annunciare che il Messia nato nella grotta di Betlemme non è un tesoro privato di Israele - popolo della promessa - ma è per tutti. I Magi, che erano pagani e stranieri, giungono da oriente proprio per indicare questa direzione universale della salvezza donata da Cristo.
Questa festa è una rivelazione, ma anche un compito, un invio missionario per ciascuno di noi.
Ogni discepolo del Rabbì è chiamato a prolungare nella sua carne, nella sua persona questa epifania di Dio.
Ogni discepolo è chiamato a fare della sua vita un annuncio universale di salvezza: Gesù, uomo tra gli uomini, è la manifestazione ultima e definita di Dio.

Allora non avere paura.
Non importa da dove parti, da vicino o da lontano.
Conta quanto cammini, quanto ti fidi della stella, quanto ti affidi a quella Parola che ti interpella e ti inquieta, quanto confidi nel Soffio universale dello Spirito.
Alla faccia della vecchia Befana, oggi è festa per tutti: per i buoni e per i cattivi, per chi se lo merita e per chi non se lo merita, per i vicini e per i lontani. A tutti è data la possibilità di fare l'esperienza di quel Dio che si fa uno di noi.
Se fosse solo per i prescelti che Vangelo sarebbe?
Che bellezza ci sarebbe in un annuncio di salvezza che guarda al codice fiscale per stabilire se sei dentro o fuori?


A voi, amici lettori, chiedo una preghiera speciale per me, don Ivan, Laura e Lorenza, che durante questa festa dell'Epifania riceveremo dalle mani del nostro Vescovo Diego il mandato missionario prima della partenza per il Perù.

Grazie
dR