Omelia (07-01-2013) |
Riccardo Ripoli |
Condussero a lui tutti i malati Non bisogna essere medici per curare le ferite del cuore, non è necessario essere avvocati per chiedere a Dio di perdonare un nostro fratello, non bisogna essere ingegneri per costruire ponti verso la pace e la solidarietà, non bisogna essere psicologi per ascoltare chi abbia bisogno di sfogarsi, non è necessario essere educatori per accogliere un bambino in affidamento. Siamo tutti laureati all'università dell'amore, solo che spesso ci dimentichiamo del nostro titolo e lasciamo che le persone che potremmo aiutare restino da sole, senza una nostra parola, un gesto, un interessamento. Ogni giorno ci sono dei malati che vengono da noi, persone che necessitano il nostro aiuto ed il nostro amore e noi siamo tenuti ad accoglierli, ad aprire la porta alle loro richieste. Purtroppo ci sono dei momenti in cui sono talmente tante le persone che bussano alla porta che ci accorgiamo che da soli non potremmo mai farcela e chiediamo aiuto ad altri. Così, per caso, è nata l'Associazione Amici della Zizzi. Sempre più le famiglie che chiedevano aiuto, sempre più i bambini da seguire e dal chiamare un amico, poi un altro ed un altro ancora al fondare l'associazione il passo fu breve. Ognuno può farlo, ognuno può mettersi in cammino supportando chi già sta facendo qualcosa, oppure iniziando da solo per arrivare dove il Signore vorrà. Non potremo cambiare il mondo, ma avremo modo di donare almeno un sorriso a coloro che hanno bisogno di un po' di conforto. |