Omelia (08-01-2013) |
Riccardo Ripoli |
Voi stessi date loro da mangiare Tantissime volte guardiamo una montagna dal basso verso l'alto e rinunciamo a scalarla perché troppo ripida. Eppure ci sono centinaia di persone che raggiungono le vette più impervie. Ci spaventiamo troppo spesso dinanzi a muri che riteniamo insormontabili e invalicabili e rinunciamo così a fare del bene al prossimo e spesso non lottiamo nemmeno per noi gettando la spugna ancor prima di iniziare. Se c'è una cosa che ho preso da mia madre e costantemente ripeto ai miei ragazzi è quello che non esiste nulla di così difficile da non poter essere affrontato e domato. Anche eventi catastrofici che siamo costretti a subire come fossero montagne che franano sulle nostre case possono essere affrontati e girati a nostro favore o a favore di altri. Basta non spaventarsi, rimboccarsi le maniche, trovare alleati, fare delle rinunce, sopportare la fatica ed il peso di piccole sconfitte e tutto si risolve. Ho visto molti ragazzi che hanno avuto problemi nelle loro famiglie ed hanno sostanzialmente due tipi di reazioni. C'è chi si piange addosso e vede nella sua situazione, ormai alle spalle, il motivo per cercare sempre consolazione usandola come scusa per ogni loro comportamento anche aggressivo o truffaldino. Altri invece reagiscono, capiscono che per poter emergere dalla valanga che li voleva sepolti vivi devono usare le unghie e i denti, che sebbene qualcuno è disposto ad aiutarli non farà mai il lavoro per loro, non sarebbe nemmeno giusto, e si aggrappano ad ogni filo di speranza, trovano forza nelle loro debolezze, riescono anche a dieci anni a parlare con franchezza ad un giudice davanti ai propri aguzzini. Anche nel mondo degli adulti c'è chi si lascia investire dalla vita, e chi invece l'affronta e doma il cavallo brado. Il Signore dice ai discepoli "Voi stessi date loro da mangiare". Ora immaginatevi pochi pescatori che avevano solo qualche pane e qualche pesce che si trovano a dover sfamare una moltitudine di migliaia di persone, eppure non dubitano, mettono mano nella cesta, prendono il primo pezzo di pane e lo danno alla persona seduta vicino a loro, poi il secondo viene sfamato, così anche il terzo e quello accanto fin tanto che tutti ricevono la loro razione di cibo. Dio ci insegna questo, a non arrendersi mai dinanzi alle difficoltà, qualunque esse siano, anche sembrano insormontabili o addirittura impossibili perché le cose giuste accadranno indipendentemente dagli ostacoli che troveremo, se veramente vorremo raggiungere il nostro scopo. Amo dire sempre ai miei ragazzi che "la differenza tra il possibile e l'impossibile è il provarci" convinto che il Signore ci supporterà nelle nostre battaglie che stimerà buone e meritorie. Madre Teresa stessa diceva, quando le domandavano che fine avrebbe fatto la sua comunità dopo la sua morte, "se è opera di Dio andrà avanti". Il come ed il quando realizzeremo ciò che ci sta a cuore non ci è dato di saperlo, basta solo aver fiducia ed incamminarsi verso la montagna, prima o poi troveremo il modo per scalarla. Casa Zizzi è un nostro grande progetto, in molti ci danno del "visionario", un costo di cinque milioni di euro, eppure non ci spaventiamo e andiamo avanti, certi che costruiremo la struttura che darà riparo a tanti ragazzi togliendoli dalla strada. E' dal 2000 che combattiamo contro la burocrazia, che cerchiamo denaro e qualcosa abbiamo ottenuto, ma sono certo che potremo costruirla anche in un sol giorno se e quando il Signore lo vorrà, a noi spetta andare avanti senza mai arrendersi. L'affidamento lo vedete come una cosa difficile? Ci sono guide esperte che potranno condurvi sulla vetta di questa montagna, se lo vorrete, ma se rinuncerete sarà come impedire ad un ragazzo non solo a trovare una strada d'amore per la sua vita, ma gli impedirete anche di imparare ad avere fiducia in se stesso e vedere la capacità di poter uscire da un vicolo cieco da solo abbattendo ogni ostacolo possa trovare. |