Omelia (09-01-2013) |
Riccardo Ripoli |
Andò verso di loro Come è bello quando non chiediamo a chi amiamo qualcosa che comunque ci preme, magari per non disturbare, o per pudore e l'altra persona fa quella cosa per noi sorprendendoci, come avesse letto il nostro cuore, capito i nostri sentimenti, ascoltato le nostre richieste intimamente silenziose. Affidarsi a qualcuno che si ama è proprio questo, non chiedere che ci doni, ma sperare che ci stupisca con il suo amore. Il Signore non ci delude mai, ci da quello che noi non chiediamo e che a volte non sappiamo nemmeno di desiderare. Ci stupisce costantemente e se abbiamo fiducia in Lui potremo vedere che tutto ciò che ci arriva sono doni fatti su misura per noi. Affinché Dio venga però verso di noi è necessario che anche noi ci si metta in cammino verso di Lui. In qualunque rapporto di amore non può esistere una persona che va incontro all'altra e non accada il viceversa, perché laddove questo succede il rapporto si deteriora. Non è importante che sia un "io ti do, tu mi dai" ed i conti vadano in pareggio, l'amore non è una contabilità di atti d'amore, è però fondamentale che ogni parte ci metta del suo. I discepoli andavano verso Gesù remando con grande fatica contro vento, e questo sforzo è stato premiato con Gesù che li va ad aiutare, a sostenere. Con i figli non è fondamentale che se un genitore gli da un'ora del suo tempo loro contraccambino, non è certo così che funziona, ma se un papà o una mamma dedicano loro la vita, se ogni istante della loro esistenza lo utilizzano per migliorare l'educazione dei figli, la cultura, il futuro, sarebbe giusto che i figli, da parte loro, siano almeno rispettosi e dedichino un po' del loro tempo ai genitori, che non parlino male di loro alle spalle, che non dicano bugie o nascondano le cose per le quali potrebbero essere brontolati. Se i figli si comportano male, l'amore dei genitori non viene mai meno, ma i rapporti cominciano a diventare difficili, si perde il dialogo e ci si allontana. Così ci accade con Dio. Se cominciamo a comportarci male nei Suoi confronti ci allontaniamo da Lui perché sappiamo di averLo tradito ed il peso delle nostre colpe ci porta a non dialogare, a non chiedere scusa, a chiudersi nel proprio silenzio, a pensare che tutto sia irrimediabilmente perduto, ma non è così. Quale genitore non vorrebbe che il figlio ammettesse i propri errori e ripartisse da lì il rapporto che si era interrotto. Così è anche per Dio. Nessuno farà mai niente di tanto grave agli occhi di Dio da meritarsi l'abbandono da parte Sua, ma a volte noi pensiamo di essere stati talmente cattivi da condannarci ancor prima del giudizio degli altri. Vi aspettiamo a Livorno oppure ad Orentano (PI), sarà bello condividere un momento di quotidianità, fare qualche passo insieme sui sentieri della vita. |