Omelia (13-01-2013)
Omelie.org (bambini)


Voglio iniziare la riflessione sul vangelo di oggi, festa del Battesimo di Gesù, parlando dell'acqua.
Sapete bene tutti quanto importante sia l'acqua per la nostra vita. L'acqua disseta, rinfresca, purifica, dà vita... il nostro corpo stesso è formato per circa il 70 per cento di acqua. Se non ci fosse l'acqua non si potrebbe vivere!
Gesù, nei momenti più importanti della sua vita, raramente appare senza l'acqua.
Per fare qualche esempio, vi voglio ricordare le nozze di Cana dove inaugura con l'acqua, che trasforma in vino, la manifestazione della sua potenza; l'incontro con la Samaritana quando Gesù si ristora vicino ad un pozzo e la invita a cercare "l'acqua viva"; cammina sull'acqua del mare per andare incontro ai suoi discepoli che, con il vento contrario, faticano a raggiungere l'altra riva; nell'ultima cena lava con l'acqua i piedi degli apostoli; nel momento culminante della sua passione dal suo costato sgorga sangue e acqua. Ed altri ancora...
Questo, per farvi comprendere l'importanza che Gesù dà a questo elemento naturale, una importanza così grande da farlo diventare "motivo di salvezza".
L'acqua di cui Luca ci parla nel Vangelo di oggi è quella del fiume Giordano, il più importante fiume della Palestina, che sfocia nel mar Morto a quasi 400 metri sotto il livello del mare (il punto più basso della terra).
E' l'acqua con cui Giovanni Battista battezzava tutte le persone che volevano essere perdonate dai loro peccati. Si immergevano nel Giordano davanti a tutti: era un impegno pubblico di conversione.
C'è tanta gente che ascolta Giovanni, il "precursore", cioè colui che corre davanti, che fa da staffetta per la venuta di Gesù, che conduce a Lui.
E' significativo e bello che sia andata lì tanta gente, perché non si può costruire un mondo nuovo se pensiamo di stare fermi, di fare sempre le stesse cose, di non muoverci per andare alla ricerca del Signore: questa gente si è mossa proprio per questo, ha lasciato le occupazioni di sempre per cambiare vita, per ricominciare.
Giovanni è un profeta che affascina le folle con la sua predicazione e soprattutto con il suo comportamento di vita e per questo tutti cominciano a pensare che sia lui il Messia. Le sue parole però chiariscono ogni dubbio:
"Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco". Parole forse strane per quelle persone...
Oggi, in fila con loro, c'è anche Gesù.
"Che strano", penserete voi, "che bisogno aveva Gesù di farsi battezzare? Lui, il Figlio di Dio, non aveva certo peccati da farsi perdonare!".
Certo! Ma l'incarnazione di Gesù non è solo il farsi uomo! E' farsi fratello di tutti noi, è farsi uno con noi al punto tale da mettersi in fila assieme a noi per chiedere perdono.
Giovanni, non appena vede questo giovane di Nazaret avvicinarsi a lui, lo riconosce subito, proprio come lo aveva riconosciuto mentre era ancora nel grembo di Elisabetta, comprende che è proprio lui colui al quale non è nemmeno degno di sciogliere i lacci dei sandali e, se leggiamo il vangelo di Matteo a questo riguardo, Matteo ci riferisce che non vuole proprio battezzarlo! Ma deve cedere di fronte all'insistenza di Gesù....
Lui, senza peccato, mette bene in chiaro subito il suo stile: egli è venuto per essere uno di noi senza vie preferenziali, senza trucchi, senza privilegi.
E così si immerge nell'acqua del Giordano e subito dopo si mette in preghiera.
E "il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba e venne una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio, l'amato; in te ho posto il mio compiacimento".
Gesù si fa battezzare non per essere lavato dal peccato, ma perché Dio possa manifestarsi, possa dire: "Tu sei mio Figlio". Con questo gesto, Dio invia suo figlio nel mondo perché il mondo creda nel suo amore.
Cosa significa, per noi, il Battesimo di Gesù?
Anche voi siete stati battezzati da piccoli. Certamente non lo ricordate ma lo ricordano i vostri genitori che hanno chiesto il Battesimo per voi.
Ecco, anche in quel momento si è aperto il cielo ed anche su di voi è sceso lo Spirito Santo. E non solo! Anche a voi Dio Padre ha detto: tu sei il mio figlio prediletto, tu sei il mio figlio bene-amato, in te mi compiaccio.
Attraverso il Battesimo, cioè, Dio dice: "A questa mia creatura, che io amo immensamente perché da sempre mio figlio, voglio fare un dono ancora più grande: voglio farlo partecipe della mia vita infinita, del mio Regno, della mia eternità, lo voglio rendere sacro come è sacro mio Figlio Gesù".
Gesù è sacro "per natura", ma il Signore, col Battesimo, ha reso sacro anche te Mattia, te Davide, te Sara... vi ha resi sacri "per dono".
Diventiamo famiglia di Dio per diventare, come Gesù, figli obbedienti del Padre che è nei cieli.
All'inizio della celebrazione del Battesimo il sacerdote benedice l'acqua, cioè chiede la discesa dello Spirito Santo nell'acqua del fonte battesimale, la consacra: è necessario cioè l'intervento divino affinché questo elemento materiale diventi strumento di salvezza, affinché faccia morire "l'uomo vecchio" e faccia rinascere un "uomo nuovo".
E cosa vogliono dire quelle parole apparentemente strane che Giovanni ha detto: "Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco"? Che Gesù farà divampare la fiamma della Vita di Dio nei nostri cuori proprio come un incendio... un incendio di Amore.
Pensate, bambini, col Battesimo, nella nostra anima si è impressa per sempre l'immagine di Cristo e rimarrà per tutta la vita un dono che non sarà mai più cancellato perché indelebile: per questo il Battesimo non può essere ripetuto.
Ma cosa significa, concretamente, questo?
Significa che questo Sacramento ci fa "altri Gesù", ci fa membra del suo corpo che è la Chiesa, comunità delle persone che credono. Gesù, infatti, non è più qui tra noi con il suo corpo fatto di ossa, muscoli, arterie, vene, tendini ecc., ma è qui presente concretamente nella Chiesa fatta di uomini, donne, bambini, bambine: è questo il suo nuovo Corpo e noi ne facciamo parte!
Capite bene anche voi, allora, che anche se solo una piccola parte di questo corpo non fa il suo "dovere", non funziona come dovrebbe, tutto il corpo ne risente!
E' come se, ad esempio, voi aveste, al dito mignolo del piede, una vescica grande al punto tale da impedirvi di muovervi per il dolore. Qualcuno vi potrebbe dire: "Cosa vuoi che sia per un po' di male al dito mignolo del piede! E' così piccolo quel dito!".
Ed invece anche il mignolo è necessario per camminare!
Così noi, per quanto piccolo sia il nostro compito all'interno della comunità, quando non viviamo da veri figli di Dio, tutto il corpo della Chiesa soffre!
Ecco allora il nostro impegno: essere "ALTRI GESU'" per costruire il MONDO CHE VUOLE GESU'.

Commento a cura di Maria Teresa Visonà