Omelia (15-01-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Ebrei 2,6-8 Che cos'è l'uomo perché di lui ti ricordi o il figlio dell'uomo perché te ne curi? Di poco lo hai fatto inferiore agli Angeli, di gloria e di onore lo hai coronato e hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi Eb 2,6-8 Come vivere questa Parola? Conoscere Gesù, la sua grandezza, è schiudere l'uscio di uno stanzino di cui si rischia di dimenticare l'esistenza, perché troppo occupati a trattenerci fuori di casa. Restiamo quasi spaventati dal cigolio della porta i cui cardini cominciano ad arrugginire a causa del disuso. Ma vale la pena varcare quella soglia, e ti trovi di fronte alla tua stessa straordinaria bellezza. No, non sto esagerando: non ci amiamo abbastanza perché non ci apprezziamo e non ci apprezziamo perché siamo diventati estranei a noi stessi. Il primo "tu" che dobbiamo imparare a contattare per scoprirne le insondabili ricchezze e trasformare la vita in un canto di gioiosa riconoscenza, siamo proprio noi stessi. E Gesù, la sua umanità è la via di accesso al nostro io più sicura e più veritiera. Contemplandolo dalla culla alla croce una sola parola può affiorare stupita e commossa al nostro labbro: quella che ci suggerisce il salmo 8 e ci ripropone la lettera agli Ebrei: "Che cos'è l'uomo, che cosa sono io, perché tu, Dio grande, onnipotente, ineffabile ti ricordi di lui, te ne prendi cura fino a farti suo fratello e condividere con lui la gloria, l'onore e il potere di cui sei ammantato?". No, non possiamo svendere superficialmente un dono così grande! Non possiamo diventare schiavi di ciò che Dio ha messo sotto i nostri piedi perché lo usassimo regalmente! Voglio rompere ogni titubanza, quest'oggi, e inoltrarmi là dove dimoro troppo poco, forse mai, per il timore di incontrarmi con quello sconosciuto che sono io. E voglio guardarmi negli occhi per scoprire quella traccia che il tocco di Dio, creandomi, vi ha lasciato. E gioirne. Signore, finora ti ho ringraziato per tante cose: la natura che mi circonda, le persone che mi amano, gli eventi che mi hanno allietato... Ma quanto ti ho ringraziato per quel dono stupendo che sono io? Perdonami per non essermi apprezzato abbastanza, accantonando così il regalo che più di ogni altro mi parla del tuo amore. La voce di un dottore della chiesa Vanno gli uomini ad ammirare le vette dei monti, ed i grandi flutti del mare, ed il lungo corso dei fiumi, e l'immensità dell'Oceano, ed il volgere degli astri, e si dimenticano di se medesimi Sant'Agostino |