Omelia (13-01-2013)
Gaetano Salvati
Commento su Luca 3,15-16.21-22

"Il cielo si aprì e venne una voce: tu sei il Figlio mio, l'amato" (Lc 3,22). Le parole che san Luca riporta nel vangelo ci fanno comprendere che il battesimo del Signore è il segno con il quale Dio ribadisce il Suo amore per noi. Il Creatore, infatti, incarnandosi ha mostrato all'umanità che può immergersi nelle tribolazioni umane; è il nostro vicino, tanto prossimo a noi da poter essere toccato, gustato nei sacramenti e amato attraverso i volti dei fratelli.
La festa del battesimo del Signore ci permette di instaurare un rapporto profondo con Gesù. Per rendere questa unione ancora più salda, per non lasciarsi distrarre durante il cammino di fede verso l'incontro con Lui, è necessario ricordare che la vita cristiana è fondata "sulle acque" (Sal 103,3) del battesimo, e non sulla fiducia puramente umana; vale a dire, siamo redenti "per mezzo di Gesù Cristo, per la sua grazia", e divenuti "eredi della vita eterna" (Tt 3,6-7). Occorre adesso approfondire il significato dell'acqua nell'episodio del vangelo e il senso del battesimo che noi abbiamo ricevuto. L'acqua del nostro battesimo è il Signore, l'unica via che consente la risalita verso il Padre; il segnale che Dio, occupandosi di noi, ci rende adatti a rispondere al suo invito d'amore. L'acqua del vangelo, invece, rappresenta il mondo: il Maestro è penetrato in maniera definitiva in ciascuno di noi, è la nostra speranza contro le barriere della morte, della disperazione e del nulla.
É evidente, adesso, che il battesimo di Gesù, portato a compimento con la Sua morte e risurrezione, e offerto continuamente a noi mediante la partecipazione ai sacramenti, non è un semplice tuffo nelle acque, ma è l'impegno della Trinità a chiamarci figli di Dio e parimenti, l'inizio di un nuovo tempo per le creature. In Lui l'umanità ricomincia un nuovo cammino, viene indirizzata verso nuovi orizzonti; ancora, si recupera la dignità perduta a causa del peccato.
A noi, quindi, un tempo gettati nel mare dell'oblio e risollevati dall'opera del Figlio, è rivolta la parola dell'impegno a rialzare il fratello caduto nel peccato, imitando il Maestro e dedicando la nostra esistenza agli altri, senza mai dimenticare, ma rinnovando sempre, le promesse del nostro battesimo. Amen