Omelia (17-01-2013)
Riccardo Ripoli
Se vuoi puoi guarirmi!

Un alcolizzato, un drogato, un giocatore incallito difficilmente si accorgono di avere un problema. Quante volte sentiamo dire da queste persone "posso smettere quando voglio". Il problema a volte non è smettere, ma piuttosto non riuscire a non ricominciare quando la voglia ti assale. Riconoscere di avere un problema, di essere nel torto è già un passo importante per risolverlo. Sbagliamo nelle nostre debolezze e ricadiamo sempre nello stesso errore perché abbiamo appunto un nervo scoperto, un tallone di Achille e da questo si capisce che difficilmente potremo uscire da soli da una certa situazione. Abbiamo bisogno di altri, di una mamma, di un papà, di una comunità, di un sacerdote, di uno psicologo, ma se non ci rivestiamo di umiltà e non riconosciamo i nostri errori e problemi chiedendo aiuto a qualcuno, non ne usciremo e, se ciò dovesse comunque accadere, saremmo facile preda della tentazione di ricascarci di nuovo.
In Dio troviamo una mano sempre tesa verso di noi. Non ci obbliga, ma quando ci avviciniamo a Lui, quando lo cerchiamo, non ci rifiuta il Suo aiuto, non ci nega una spalla su cui piangere.
Dobbiamo riconoscere di aver bisogno del Signore perché la nostra vita è lastricata di ostacoli e la Parola di Dio può donarti gli strumenti di cui necessiti per camminare in sicurezza, che non vuol dire non inciampare, non sbagliare, non cadere nel peccato, ma ti da la sicurezza che ci sia sempre Qualcuno pronto a sorreggerti o a rialzarti quando cadi.
E' un po' come aver preso sempre bei voti a scuola, essere sempre stato rispettoso dei professori ed aver chiesto loro consigli e spiegazioni interessate, e se arriva un giorno in cui, sbagliando, non studi, sai che puoi contare sui professori che ti sosterranno. Ma se sei un ribelle, se rifiuti il dialogo con gli insegnanti, se non studi mai e prendi sempre brutti voti non potrai certo pretendere di essere sostenuto dai professori in sede di scrutinio per la promozione o la bocciatura.
Dobbiamo compiacere il Signore pensando continuamente agli altri, vivendo la nostra vita a favore di chi ha più problemi di noi, in modo che i nostri peccati possano essere perdonati da Gesù.