Omelia (18-01-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Ebrei 4,2

Anche noi come quelli, abbiamo ricevuto il vangelo: ma a loro la parola udita non giovò affatto, perché non sono rimasti uniti a quelli che avevano ascoltato con fede
Eb 4,2


Come vivere questa Parola?

Il testo rievoca l'episodio della reazione negativa degli ebrei, vaganti nel deserto, alla "buona notizia" recata dagli esploratori Giosuè e Caleb, circa la terra promessa. L'atteggiamento diffidente e reattivo, segno di una palese mancanza di fiducia in YHWH che ne avrebbe loro reso possibile l'accesso e la conquista, tornò a loro svantaggio, obbligandoli a prolungare per quarant'anni la permanenza nell'inospitalità di quelle terre desolate.

Il solo ascolto della "buona notizia" non era stato sufficiente a garantirne la realizzazione.

Un monito che ci coglie nell'oggi, in quest'epoca che tanto si avvicina a quell'esperienza di radicale povertà. Anche per noi risuona la "buona notizia" del vangelo che torna a ripeterci quanto siamo importanti per Dio, e ad additarci la via da percorrere per realizzarci pienamente come singoli e come società.

Il rischio è di limitarci a un ascolto esteriore che non ha presa sul vissuto, non si trasforma in obbedienza (= ab audiens) capace di rilanciare l'esistenza nella direzione di ciò che veramente conta, di ciò che solo può ridarle senso gusto e colore.

Se Dio ci ama tanto da immergersi nella nostra situazione per introdurci nel riposo della sua, non possiamo andare avanti come se niente fosse, non possiamo continuare a levare, come gli Ebrei, lamenti inconcludenti: la certezza che possiamo contare su di lui ci deve rendere operosamente e gioiosamente intraprendenti.

Ed io come passo dall'ascolto all'azione? La parola di Dio mi rende audace nel prendere decisioni significative? Me lo chiederò nella pausa meditativa di quest'oggi.

Non basta, Signore, che io sia convinto di essere prezioso ai tuoi occhi. È necessario che questa consapevolezza intrida la mia vita infondendomi il coraggio di tradurre in esistenza concreta i tuoi appelli a un di più qualitativo da imprimere ai miei giorni.

La voce di un filosofo, teologo e pedagosista francese

La minima riserva, il minimo timore di sentire con troppa chiarezza che Dio ci chiede più di quanto vogliamo dargli, disturba la sua parola dentro di noi.
François de Salignac de La Mothe Fénelon