Omelia (19-01-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Ebrei 4,15 Non abbiamo un Sommo Sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato Eb 4,15 Come vivere questa Parola? La grandezza della realtà umana è pur sempre segnata dal limite creaturale e quindi dalla fallibilità e dalla conseguente possibilità di peccare. È questa consapevolezza che molte volte genera nei riguardi di Dio una sorta di paura, il bisogno di mettersi al riparo da eventuali castighi. Un rischio che rivela però una falsa immagine di Dio, il cui nome è: "Misericordioso". Ma vi è un altro motivo per rimuovere una paura che può paralizzare impedendo il superamento del male e il progresso nel bene: abbiamo presso il Padre un mediatore potente che comprende pienamente la nostra fragilità e può soccorrerci. Nella sua vita terrena, infatti, non si è sottratto a nessuno dei limiti umani, compresa la tentazione. Ha schivato soltanto l'esperienza del peccato, ma non perché nella sua realtà umana fosse impeccabile, bensì per il suo positivo e mai rimosso orientamento verso il Padre, di cui ha abbracciato totalmente e con amore la volontà. Uomo come me, in tutto, perché anch'io potessi aver accesso presso Dio, tornando ad occupare alla sua mensa quel posto che per troppo tempo ho lasciato vuoto. Nei suoi tratti umani posso finalmente ritrovare il mio volto di figlio immensamente amato e lungamente atteso. Grazie a lui posso in ogni istante e con piena fiducia accostarmi al trono della grazia per ricevere misericordia e aiuto. Voglio tuffarmi fiduciosamente in questo oceano di amore che si chiama Trinità, mettendo da parte quelle titubanze e quei timori che dicono soltanto misconoscenza del volto di Dio. Mio Dio, Trinità che soavemente mi attrae con il suo richiamo di amore, voglio immergermi in te senza più pensare alla mia piccolezza, al mio limite, ai miei stessi peccati... Proprio questo mio essere nulla raccolto nel tuo palmo mi svela la grandezza del tuo chinarti su di me. La voce di un fondatore e vescovo La misericordia divina è come un immenso oceano in cui i peccati dell'uomo si perdono come piccola arena Beato Giuseppe Edoardo Rosaz |