Omelia (29-01-2013) |
Riccardo Ripoli |
Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre Mi capita spesso di raccogliere lamentele sui figli da parte dei genitori. Il dispiacere più grande che in molti hanno è quello di non capire dove possano aver sbagliato "abbiamo cercato di dargli tutto" dicono "ma lui si è perso, allontanato". Rispondere male, disubbidire continuamente, rientrare tardi nella notte ubriachi, dormire fino a mezzogiorno e passare il pomeriggio a giro con gli amici, non aver voglia di lavorare o studiare, fino a problemi più seri come cattive frequentazioni, furti, droga. Questi genitori si domandano come sia possibile che con la stessa educazione impartita ai figli uno cresca bene ed uno si perda. "Dove abbiamo sbagliato?" si ripetono in continuazione senza darsi pace con enorme disperazione. Che dovremmo dire allora dell'umanità? I principi base che regolano il mondo sono uguali per tutti: solidarietà verso chi ha meno, mantenimento della pace, perdono reciproco per gli errori fatti. Eppure molte persone si perdono, rincorrono facili guadagni calpestando il prossimo, distruggono ciò che altri hanno costruito, si allontanano da qualsivoglia riflessione che riguardi i valori della vita, sono pronti a fare guerre per imporre le loro idee. Sono tutti figli di questo mondo, sono tutti figli di Dio ed allora perché si allontanano? Il dono più grande che il Signore ci ha concesso è la libertà, ed è ciò che ogni genitore, pur mettendo regole e paletti, regala ai propri figli. Spesso abusiamo di questa libertà, ma è proprio il suo utilizzo, indiscriminato o ragionato e parsimonioso, che fa di ognuno di noi un bravo figlio o un figlio che si perde. Difficilmente un genitore ripudierà il figlio, ma a volte occorre avere il coraggio di allontanarlo, di recidere il cordone ombelicale che ancora lo tiene legato a noi. Occorre a volte fargli vedere che non sempre si può fare ciò che si vuole e che non si può pensare di avere sempre le spalle coperte con qualcuno pronto a proteggerti per ogni errore che fai. Questa distanza che taluni genitori prendono dai figli è spesso dettata dalla stanchezza di aver fronteggiato le peggiori situazioni per anni ed anni, ma è certamente una doccia fredda che potrebbe risvegliare il figlio dal torpore in cui era precipitato. Così fa Dio con noi, ci aiuta, ci protegge, ci consiglia, ci indica il cammino da seguire, per anni ed anni, ma poi, anche per il nostro bene, si mette in disparte e ci lascia fare a modo nostro. I genitori non abbandonano il figlio, ma si mettono in finestra aspettando e sperando che faccia ritorno, cambiato dopo aver capito i propri errori, pronto a ricominciare a ricostruire una famiglia con le persone che gli hanno dato la vita. Ugualmente Dio non ci abbandona, ma aspetta che noi capiamo che la nostra vita senza di Lui è priva di quell'amore che solo chi ci ama potrà mai darci. |