Omelia (02-02-2013)
Riccardo Ripoli
E anche a te una spada trafiggerà l'anima

O Dio esiste o Dio non esiste. Per quale di queste due ipotesi volete scommettere? diceva Pascal, il filosofo che aveva un grandissimo rispetto sia per coloro che credevano che per coloro che non credevano, ma detestava chi restava indifferente al problema.
Resta comunque indifferente colui che per praticità dice di credere o di non credere. Vagliare le due ipotesi per poi scommetterci sopra tutta la propria vita ha un senso, altro è indifferenza è opportunismo.
Vittorio Messori nel suo bellissimo libro Ipotesi su Gesù ci fa un esempio emblematico. La nostra vita è come quella di un tale che venga prelevato durante il sonno senza che si accorga di nulla e posto sulla carrozza di un treno. Quando si sveglia si ritrova in uno scompartimento che viaggia molto velocemente nella notte e dai finestrini vede tutto buio. Non sa da dove sia partito e dove sta andando e le altre persone che trova hanno subito la stessa sorta.
Questo individuo ha due opzioni. La prima è quella di valutare il suo scompartimento, analizzare la realtà che lo circonda per poi adagiarsi e "subire" il viaggio nella comodità della carrozza. Nella seconda cerca di capire da dove il treno sia partito e dove vada, si interroga, parla con gli altri passeggeri, ipotizza varie tesi, si fa un'opinione.
Chi vive nell'indifferenza cerca mille altre occupazioni per non pensare al senso della vita, alla morte, a Dio. Eppure viviamo in un mondo, dice sempre Pascal, dove l'infinito è ovunque. E' prima ed è dopo, e noi siamo solo un minuscolo attimo nella vita dell'universo, come è possibile non prendere in considerazione tutto ciò che ci circonda, vivere alla giornata per non pensare a ciò che sicuramente avverrà? La morte è cosa certa, eppure è da sempre un tabù per molti. Non ci vogliamo pensare per non soffrire, ma poi quando questa ci tocca soffriamo perché non siamo preparati ad affrontarla, abbiamo riso e scherzato e non ci siamo chiesti dove andremo, cosa troveremo, non avremo dato una motivazione alla nostra vita. Vivere alla giornata, distogliere lo sguardo dai tanti bambini che soffrono, dalle miserie umane, rinchiudersi nel proprio mondo dorato ci fa convincere che la sofferenza non potrà mai toccarci, ma tutti noi sappiamo che è solo illusione.
Tante volte ho pensato alla figura di Simeone, colui che disse a Maria "E anche a te una spada trafiggerà l'anima" come ad un uccellaccio del malaugurio. Mi dicevo da ragazzino "Ma perché Simeone dice alla Madonna che dovrà soffrire? Se anche fosse vero, come è stato, perché dirglielo, farla soffrire?"
Oggi ne capisco il senso. Non era cattiveria o cattivo presagio, ma amore perché voleva prepararla ad affrontare questa sofferenza che Maria non ha mai rifiutato. La vediamo sempre gioiosa e sorridente al fianco di Gesù, incurante delle pene che dovrà affrontare, tassello importante perché la Volontà del Signore si compia.
Anche noi siamo delle pedine di questa grande scacchiera che è la vita, che è il grande mistero di Dio. Anche noi siamo avvertiti che dovremo soffrire, e non poco. Più faremo e maggiormente soffriremo, ma è per questo che siamo nati, è per questo che siamo stati messi su questo treno che corre velocissimo verso l'infinito, meta del nostro brevissimo viaggio.
Non siate indifferenti, non abbiate paura di soffrire, uscite dal vostro scompartimento, dialogate con le persone che incontrate, consolate le più deboli, accudite i bambini spaventati che si ritrovano a viaggiare senza nessuno che li accompagni o, peggio, con qualcuno che fa loro del male, altrimenti saremo solo "pacchi campione senza valore che l'ostetrico spedisce al becchino".