Omelia (06-02-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Ebrei 12,7.11 E' per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre? Certo, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati". Ebr 12,7.11 Come vivere questa Parola? La Lettera agli Ebrei continua ad approfondire la comprensione del dono-virtù della fede. Oggi c'inoltra nella pedagogia di Dio circa quello che nella nostra vita risulta difficile ad accettarsi, anzi impossibile senza una precisa ottica di fede. La malattia, un tradimento, un fallimento, uno smacco: tutto quello che delude e sfascia i nostri progetti anche buoni, non è subito visto come qualcosa che rientra in un piano di bontà e salvezza. Eppure è proprio qui che "si gioca" il nostro credere! Già un passo del libro dei Proverbi nell'Antico Testamento, qui riportato, diceva: "Figlio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da Lui; perché il Signore corregge colui che ama". La correzione nel rapporto educativo, è indispensabile. Là dove c'è solo amore permissivo (che è un volto dell'egoismo) i guai sono disastrosi. "Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre?" insiste l'autore della lettera. Così la prova, che sempre sulle prime ingenera in noi una sorta di rifiuto e tristezza, per questa logica di fede, s'illumina dal di dentro. E si giunge perfino a ringraziare il Signore nella pace e in quella "giustizia" che è accresciuta intimità con Lui: l'Amore che assolutamente non può volere che il nostro bene. Signore, donami un cuore in ascolto, un ascolto che obbedisce alla tua Parola. La voce della Chiesa Madre "Ci si sbaglierebbe a pensare che i cristiani si possono accontentare di una preghiera superficiale, incapace di riempire la loro vita. Specie di fronte alle numerose prove che il mondo d'oggi pone alla fede, essi sarebbero non solo cristiani mediocri ma «cristiani a rischio»" Lett. Apost. Nuovo Nillennio Ineunte, n° 34 |