Omelia (06-02-2013)
Riccardo Ripoli
E si meravigliava della loro incredulità

Non passa giorno che non assistiamo a qualche miracolo. Oggigiorno diamo per scontate mille cose senza renderci conto che sono prodigi, veri e propri miracoli. A quasi tutto diamo una spiegazione scientifica, ma non ci rendiamo conto che tutto l'ingranaggio che fa grande la nostra vita qualcuno deve pur averlo ideato. Nulla si crea dal nulla, è una nozione che gli scienziati conoscono bene ed applicano ad ogni avvenimento, come può essere accaduto allora che si siano create le prime forme di vita? Per chi ha Fede la spiegazione è in Dio, per coloro che non hanno Fede resta un mistero da scoprire, fatto sta che ci sono tantissimi prodigi che avvengono ogni giorno sotto i nostri occhi: la nascita di un bambino, la nostra respirazione, un cervello che muove il nostro corpo, l'alternarsi delle stagioni in un ballo continuo di astri lontani di noi milioni di chilometri, giganti che si muovono con la leggiadria di una ballerina nell'immenso universo formato da milioni di altri loro fratelli, e quanti altri ancora. Miracoli ai quali siamo abituati, ma non per questo meno prodigiosi.
Nonostante questo, nonostante ciò che accade sotto i nostri occhi, nonostante che non sappiamo dare una spiegazione scientifica a molti di essi, nonostante non conosciamo l'origine della nostra vita, restiamo increduli.
Gesù, nel compiere miracoli, si meravigliava della loro incredulità e tale stupore da parte di Dio è rimasto. L'umanità è progredita in tante cose, ma in duemila anni l'ottusità è rimasta tale e quale.