Omelia (10-02-2013) |
Ileana Mortari - rito romano |
Sulla tua parola getterò le reti A differenza di Marco e Matteo, Luca non colloca la chiamata dei primi discepoli subito dopo le tentazioni di Gesù nel deserto, ma quando Egli ha già dato inizio al suo ministero pubblico, dapprima con il discorso inaugurale nella sinagoga di Nazareth (Luca 4,1-30) e poi operando diversi miracoli a Cafarnao e nelle città vicine e insegnando nelle sinagoghe. Anche all'inizio del brano odierno vediamo Gesù in atteggiamento di maestro: attorniato dalla gente che fa ressa, egli sale sulla barca di Simone e, stando seduto, a poca distanza dalla riva, si mette ad ammaestrare le folle, venute per ascoltare "la parola di Dio". Luca vuole così sottolineare l'identità di Gesù, profeta potente in parole e opere, e di conseguenza l'altissima dignità e responsabilità della missione che affiderà a Pietro. Così, dopo la prima scena che ha al centro il Maestro, assistiamo all'episodio della pesca miracolosa e successivamente all'incarico che Gesù affida a Pietro di continuare la sua stessa missione insieme agli altri discepoli. Tutto l'episodio è denso di insegnamenti per ogni credente. E' da notare anzitutto il contesto in cui avviene la chiamata. Se una analoga situazione di "vocazione" è vissuta da Isaia nel tempio di Gerusalemme, nel corso di una mirabile e solenne teofania, con esseri angelici e tipici elementi sacrali quali nube, incenso, terremoto (1° lettura: Isaia 6,1-8), la chiamata dei primi discepoli avviene invece in un momento feriale, nel corso di una comune attività lavorativa, in mezzo alla folla; questo perché nella persona di Gesù, il Verbo incarnato, Dio è entrato nella storia dell'uomo e ora è possibile incontrarlo e adorarlo in spirito e verità ovunque e non solo in un luogo sacro (cfr. Giov. 4,20-24). In secondo luogo viene sottolineata la straordinaria efficacia della "parola" di Gesù: Pietro e i suoi compagni avevano lavorato tutta la notte, il tempo più propizio per la pesca, e non avevano ottenuto nulla. Com'era possibile calare di nuovo le reti e sperare in qualche risultato in un momento del giorno non favorevole? E qui assistiamo ad un gesto di grande fiducia, vediamo una fede in Gesù totale, assoluta, davvero al di là della logica umana. E' da notare che al v.5 il termine "parola" nell'originale greco non è, come al v.1, "logos" (= parola in generale, predicazione), ma "rhema", che corrisponde all'ebraico "dabar" e significa "parola precisa", nonché "cosa, fatto". Questo vuol dire che Pietro si è fidato di quelle precise parole di Gesù ("non abbiamo preso nulla - gli risponde - ma sulla tua parola getterò le reti"), così come Maria si era fidata dell'angelo e aveva risposto: "avvenga di me secondo la tua parola" (= "rhema" in greco - cfr. Luca 1,38). E poi che cosa avviene? Non solo si ha un risultato, ma un risultato strepitoso: la pesca è abbondantissima! La parola di Dio sempre si realizza, sempre fa essere quello che dice. Analogamente a quanto leggiamo in Genesi 1 ("Dio disse: Sia la luce! E la luce fu") e allo stesso modo in cui si attuarono le parole "concepirai un figlio, lo darai alla luce...........e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo", così sul lago di Galilea si attua quanto Gesù ha comandato: "calate le reti per la pesca!". E il miracolo che Luca sottolinea non è solo quello della pesca, ma forse ancora di più quello del radicale cambiamento avvenuto in Pietro. Quest'ultimo subito riconosce il suo limite e il suo essere peccatore (come sempre succede quando si viene a contatto con il divino e così era stato infatti anche per Isaia - cfr. 1° lettura) e, in risposta alla seconda parola che Gesù gli rivolge ("d'ora in poi sarai pescatore di uomini" v.10) lui e i suoi compagni, di nuovo e ancor più fidandosi del loro Signore, "lasciarono tutto e lo seguirono". Anche a ciascuno di noi è anzitutto e soprattutto chiesto di "fidarci" di Dio, accogliendo i suoi inviti senza fare troppi calcoli, senza pretendere in anticipo troppe garanzie, perché c'è una sola certezza e una sola garanzia che Egli ci dà e che è l'unica a contare: Dio opera sempre quello che dice. "Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza averla irrigata, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata (Isaia 55,10-11). Ed è la stessa cosa che constata Paolo in 1° Cor. 15,10 (2° lettura): "Per grazia di Dio sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana". |