Omelia (10-02-2013)
Giovani Missioitalia
La missione impossibile

Credere è la cosa più razionale del mondo. Infatti non credere significa vivere una vita assurda, una vita senza senso.
Credere nell'esistenza di Dio, e nel Dio di Gesù Cristo, è la cosa più razionale possibile, perché in Gesù troviamo le risposte alle domande fondametali dell'uomo: chi è l'uomo, che ci fa in questo mondo, cosa lo aspetta dopo la morte, qual è il senso del dolore, e così via.

Ma è necessario abbandonarsi a Dio anche in quei momenti in cui non comprendiamo cosa ci sta accadendo. Sapendo che Dio è amore, noi ci abbandoniamo a Lui, anche quando ci dice cose che contrastano con la nostra esperienza e con i nostri schemi mentali.

Il Vangelo di oggi ne è un esempio. Si pesca di notte. Di giorno, con la luce, il rumore e la confusione, i pesci scappano. Simone (Pietro), pescatore di professione, aveva gettato le reti nella notte ma non aveva preso nulla. Gesù lo invita a gettare nuovamente le reti, dopo aver parlato a un'enorme folla, e mentre il lago era pieno di barche che lo attraversavano. Era un assurdo. Simone getta le reti, ma non perché guidato dalla sua esperienza e dalla sua razionalità, ma soltanto perché glielo dice Gesù.

E prese una tale quantità di pesci che dovette caricarli anche sulla barca dei compagni e tutte e due le barche, per il peso, rischiavano quasi di affondare. Confidando in Gesù, l'impossibile diventa possibile. Nulla è impossibile a Dio.

Come cristiani siamo inviati ad annunziare il Vangelo a un mondo a cui sembra che non interessi, a uomini preoccupati di tante altre cose che non lasciano spazio allo spirituale, al non sperimentabile materialmente. Oggi l'uomo sembra credere solo a se stesso e alla sua esperienza. Eppure quest'uomo sente profondamente il desiderio di qualcosa che lo trascenda, si accorge che quello che materialmente lo circonda non lo soddisfa pienamente, sente il bisogno di Altro.

Il lavoro del missionario a volte sembra un buco nell'acqua, ma il Signore, per mezzo suo, lavora nel cuore di ogni uomo.

Quando un pesce cade nella rete degli uomini, muore. Quando un uomo sceglie di cadere nelle reti di Cristo e della Sua Chiesa, trova la vera Vita, la sua realizzazione eterna, il Paradiso.


Noi tutti siamo chiamati a pescare nel lago del nostro ambiente, là dove il Signore ci pone. Pescare significa dare testimonianza, dare ragione della nostra fede, farsi solidali e soprattutto pregare, cioè vivere una vita di fede e di intimità con il Signore. La preghiera farà feconda la nostra pesca.




Il commento al vangelo di Luca 5,1-11 è di padre Deodato Mammana, sacerdote originario della Sicilia, è stato incaricato del Movimento Giovanile Missionario Diocesano di Catania. Dal 2011 è in missione in Messico come associato al PIME.