Omelia (17-02-2013)
Riccardo Ripoli
Fu tentato dal diavolo

Madre Teresa diceva che non è bravo chi resiste alle tentazioni, ma chi non ne ha.
Come è difficile per noi uomini fatti di impulsi, istinti, desideri, immersi in una società consumistica dove ogni cosa è tentazione. Come è difficile passare attraverso il fuco senza bruciarsi, eppure è così necessario.
carlo Carretto diceva che la nostra vita è un cammino per migliorarsi cercando di seguire la Parola di Dio e saremo già stati bravi se alla fine della vita saremo riusciti a mettere in pratica una parte degli insegnamenti di Gesù.
Cadere nelle tentazioni per noi uomini è fin troppo facile ed è solo con tanto allenamento, con la preghiera, con il dialogo che riusciremo a resistere e forse un giorno a non essere tentati dalle mille luci colorate di questo mondo. In molti, con grande umiltà ed umanità, si allontanano, a volte a piccoli passi, altre volte con decisioni repentine, da Dio per aver peccato, per essere caduti in tentazione senza pensare che il Signore perdona i nostri peccati se chiediamo scusa con il cuore e che non spetta a noi giudicarci, lo farà Cristo quando sarà il momento. Quante volte ho visto non fare la comunione ad un amico oppure ad uno dei ragazzi perché erano i primi a non perdonarsi certi cattivi comportamenti, che magari a ben vedere non erano poi così cattivi, a punirsi impedendo al Signore di entrare in loro, magari senza accorgersi che questo loro modo di fare feriva le persone che volevano loro bene e certamente rattristavano Gesù.
Quale padre o madre non sta male nel vedere il proprio figlio chiuso a riccio nei suoi problemi, ammusonito da pensieri negativi verso se stesso, incapace di dialogare e di esprimere le sue emozioni e ricevere amore ed aiuto.
Essere chiusi agli altri è una tentazione molto forte perché è più facile far finta che un problema non esista piuttosto che affrontarlo, magari ricevendo critiche, piangendo, sentendo fitte al cuore, ma è l'unico modo per crescere e non c'è nessuno abbastanza grande da pensare di essere arrivato e non aver bisogno di migliorarsi sia nel rapporto con Dio, con se stesso, con gli altri.
Il dialogo rende liberi, ci da la gioia di condividere, ci dona la speranza di una soluzione, ci fornisce le basi per il perdono.
Il chiudersi agli altri fa male a sé stessi, fa male alle persone che ci amano, fa male ai rapporti che si sciupano e non crescono.