Omelia (13-02-2013)
Riccardo Ripoli
Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati

Ogni cosa può essere fatta per diverse motivazioni. Se si ha a cuore il bene del prossimo ogni buona opera è praticata non per ricevere ma per dare. Penso che ognuno di noi abbia piacere a sentirsi dire "grazie" o a ricevere un sorriso, ma il ricevere non deve essere mai la motivazione che ci spinge a fare.
Quante persone lavorano nell'ombra e non ricevono nulla, nemmeno la più piccola delle gratificazioni, anzi sembra quasi che non allearsi ad un partito politico o a qualche ente religioso sia sinonimo di inadeguatezza e tutti ti scansano. In questi giorni stanno venendo a farci visita, su nostro invito, i candidati politici dei vari schieramenti ed in essi cerchiamo l'umanità che è in loro, cerchiamo di vedere al di là della facciata politica che necessariamente devono avere. Ci piace esserci per far conoscere al loro cuore, prima che al loro cervello, le problematiche di tanti bambini maltrattati e non amati, far loro toccare con mano la nostra realtà nella quale i ragazzi sono cresciuti attorniati dall'amore e dall'accudimento a dimostrazione che se si vuole si può fare tanto per gli altri con il minimo sforzo.
Non è tanto quello che ognuno di noi fa', ma è come lo fa. I politici, come tutti coloro che vengono a conoscerci, hanno tutti le stesse parole di compiacimento e grandi sorrisi, promesse di aiuto laddove sia possibile, propositi di grande affetto ma che a nulla valgono se non vengono messi in pratica. Le motivazioni del loro comportamento e delle loro parole le conosce Dio e sarà Lui a giudicare, a noi spetta accogliere ed invitare tutti per condividere e far conoscere, non altro, il resto spetta a loro. A loro il compito di restare colpiti o meno dalla nostra realtà e prendere spunto per fare qualcosa di concreto per i bambini a qualunque livello possano adoperarsi, dal venire una volta ogni tanto a portarci una carezza al cambiare la legge sull'affido, dalla promozione dell'affidamento familiare alla costruzione di Casa Zizzi.