Omelia (06-03-2004) |
padre Ermes Ronchi |
Quell'ascolto che trasfigura l'uomo Dal deserto, alla visione; dalla domenica delle tentazioni, a quella della luce. Eppure questo non è l'ordine della creazione. In principio non c'è l'ombra, ma un seme di luce sepolto in noi, nostro volto segreto. La creazione intera geme nelle doglie del parto. Essa è gravida di luce. Ogni uomo è come un'icona incompiuta, dipinta però su di un fondo d'oro, luminoso e prezioso: la somiglianza con Dio, cuore di luce. Vivere altro non è che la fatica aspra e gioiosa D di liberare tutta la luminosità e la bellezza sepolte in noi. Sul Tabor la forza della luce è tale da stordire Pietro che «non sapeva che cosa diceva». Eppure sul monte essa rimane solo esterna all'uomo. Perché diventi forza interiore, due sono le strade tracciate dal racconto: «Gesù salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò di aspetto». Gesù si trasfigura mentre prega. Contemplare trasforma, l'uomo diventa ciò che guarda con gli occhi del cuore. L'uomo diventa ciò che ama, l'uomo diventa ciò che prega. Così la preghiera crea storia, a partire dal paese dell'anima, una storia di luce che trasparirà sul volto dell'orante. La luce del Tabor, scintilla impercettibile o fiume di fuoco, ci è ancora e sempre donata, nella Parola, nel Pane e nel vino, nell'amore (O. Clément). La seconda strada è raccolta in un verbo, che è il vertice del racconto: «Ascoltatelo». Chi ascolta Gesù, diventa come lui. Ascoltarlo significa essere trasformati. La sua Parola chiama, fa esistere, guarisce, cambia il cuore, fa fiorire la vita, dona bellezza, è luce nella notte. Spenti i brevi fuochi della trasfigurazione, resterà Gesù solo, ultimo volto dell'uomo, Parola ultima di Dio. Il Padre prende la parola, ma per scomparire dietro la parola di suo Figlio: «ascoltate Lui». La fede giudaicocristiana non è una religione della visione, ma dell'ascolto. Sali sul monte per vedere, e sei rimandato all'ascolto. Scendi dal monte, e ti rimane nella memoria l'eco dell'ultima parola: Ascoltatelo. La visione cede all'ascolto. Il mistero di Dio è ormai tutto dentro Gesù. Così come il mistero dell'uomo. Quel Volto di luce è il punto di arrivo, punto omega del mondo. Ma se ora lo vediamo grondare di luce, nell'ultima notte, sul monte degli ulivi, stillerà sangue. Gocce di sangue e gocce di luce, inseparabili: la verità risplende non solo sulla montagna dell'estasi, ma nel cuore stesso delle sofferenze degli uomini, del loro inferno, della loro morte. La croce senza la trasfigurazione è cieca; la trasfigurazione senza la croce è vuota. Il cristianesimo è tenere insieme croce e pasqua, la croce gloriosa, un Volto intriso di dolore e bagnato di luce. |