Omelia (14-02-2013) |
Riccardo Ripoli |
Vi mando come agnelli in mezzo a lupi "Agnelli in mezzo ai lupi", quante verità, attuali anche oggi, sono racchiuse in questa frase. Innanzitutto la parola "agnelli" ci ricorda come dovrebbe essere una persona che parla a nome del Signore, che semina i Suoi principi, che coltiva la Sua vigna: umile, dolce, tenero, indifeso, consapevole che il suo pastore saprà proteggerlo da ogni pericolo al momento opportuno. Ed invece quante volte noi cattolici, io per primo, siamo arroganti, superbi, accidiosi, belligeranti. Quante volte cerchiamo di imporre le nostre idee e se qualcuno non la pensa come noi ci arrabbiamo, chiudiamo il dialogo forti che la nostra verità sia l'unica davanti alla quale tutti devono inginocchiarsi. Diciamo che sarebbe un comportamento non giusto, ma tutto sommato umano, ma allora come potremmo attirare verso Gesù chi non crede se ci comportiamo allo stesso modo di coloro ai quali andiamo a parlare? Dio ci chiede di essere umili e dovremmo esserlo già solo per il fatto che sia Lui a dircelo, ma anche per far vedere a chi non crede che Fede significa amore e non guerra, compassione e non disprezzo, perdono e non condanna, dialogo e non monologo, ascolto e non chiusura, accoglienza e non esclusione. Chi sono i lupi? Ormai abbiamo capito che il lupo non è cattivo, è una persona che è fiera della sua natura umana, che agisce con l'istinto del predatore nato per cacciare e conquistare. Non cattiveria in lui, ma istinto primordiale, il non aver conosciuto la purezza di quello stesso agnello che vorrebbe mangiarsi, l'Agnello fatto uomo. Non dobbiamo insegnare nulla, ma dobbiamo condividere con il lupo il cibo che ci è stato donato, avvicinarsi a lui pian piano senza farci sbranare, con umiltà, riconoscendogli i suoi meriti di forza e di fierezza affinché possano diventare la sua forza non già per avanzare nella catena alimentare, ma per proteggere un bambino, togliere dalla strada un drogato, dare serenità ad un immigrato, proteggere una donna da chi voglia sopraffarla. Ricordate il film "Nemo" dove Bruto, lo squalo bianco, cerca di diventare buono, alla fine riuscendoci? Ecco non è impossibile, basta non arrendersi e così molti malavitosi potrebbero redimersi, la storia è piena di persone che hanno commesso crimini orrendi divenute poi grandi santi, San Paolo ne è un grande esempio. Compito di ciascun cristiano, come ci chiede il Signore, è quello di farci agnelli e di andare in mezzo ai lupi. Ci avverte che il lavoro è tanto ed agnelli che accettino di calarsi nella tana di chi vorrebbe mangiarli ce ne sono pochi, ma ci rassicura che ci proteggerà e con la nostra Fede non possiamo far altro che accettare l'incarico. Non statevene in un angolo, prendete coraggio dalle parole del Vangelo e andate per le strade ad accudire chi abbia bisogno di voi, combattete con la forza della parola e dell'amore le cose che in questo mondo non funzionano, non lasciatevi abbattere se troverete un lupo che vorrà sbranarvi, il Signore lo impedirà. Nel nostro cammino di Associazione che dura ormai da ventisei anni abbiamo incontrato tanti lupi che hanno provato ad azzannarci, ma siamo ancora in piedi, ancora vivi, ancora pieni di entusiasmo e molti lupi sono diventati agnelli, molte persone che hanno criticato oggi sono amici che ci aiutano. E' un cammino che non avrà mai fine perché la mamma dei lupi è sempre incinta, ma è un cammino che ogni persona che ha Fede deve compiere durante la breve permanenza su questa terra, nessuno è escluso, tutti siamo chiamati a rimboccarci le maniche per contrastare l'indole famelica del lupo. |