Omelia (17-02-2013)
don Luca Orlando Russo
Se tu sei Figlio di Dio

Già mercoledì, con il rito dell'imposizione delle Ceneri, siamo stati ampiamente introdotti nel tempo della Quaresima. La liturgia della Parola di mercoledì ci ha invitato a prendere coscienza che il Dio della tradizione biblica desidera stabilire con noi uomini una relazione personale (vedi l'invito di Gioele: Ritornate a me, quello di Paolo: Lasciatevi riconciliare con Dio e, infine quello di Gesù:... perché la gente non veda, ma solo il Padre tuo che vede nel segreto).
La liturgia della Parola di questa domenica non è certo da meno: la forza del Male può essere vinta solo grazie ad una intima e profonda relazione con Dio Padre. Gesù è un campione di confidenza filiale e proprio grazie ad essa su di lui il Male non la spunta. Anni e anni di ascolto della Parola nel silenzio di Nazareth hanno fatto dell'uomo Gesù il Figlio, pienamente docile all'azione dello Spirito Santo. L'evangelista Luca diventa volontariamente ripetitivo al v. 1 nel sottolineare che Gesù tutto compie sotto l'azione dello Spirito Santo (pieno di Spirito Santo si allontanò, fu condotto dallo Spirito Santo). Questa premessa dell'evangelista merita tutta la nostra attenzione e non andrebbe mai dimenticata se non vogliamo correre il rischio di dare, di quello che segue, un'interpretazione riduttiva, magari solo etica.
La forza del Male, con le sue tentazioni, è a noi molto familiare se non altro per il fatto che tutti i giorni ne facciamo esperienza, e molte volte al giorno. Siamo di continuo assillati dal desiderio di realizzare la nostra vita e per questo imbocchiamo la via dell'esercizio e della ricerca del potere. Non è nemmeno estranea, a noi credenti, la tentazione di manipolare la nostra relazione con Dio per servirci, secondo la nostra logica, del Suo potere.
Le nostre azioni come i nostri pensieri, il nostro fare come il nostro dire è continuamente in pericolo. La nostra fiducia in Dio, il nostro camminare verso la comunione con Lui continuamente rischia di bloccarsi a causa della tentazione.
La tentazione in fondo è una sola: quella di realizzarci senza il Padre. Essere come Lui (è Dio stesso che ci ha creati con questo desiderio), ma senza di Lui (è Satana che ci fa vedere Dio come il nemico numero uno della realizzazione di questo desiderio). Non vi è altra strada che quella della disobbedienza a Dio se l'uomo vuole realizzare la sua vita: questo è il suggerimento del Tentatore.
Ma tutte queste considerazioni non ci scoraggiano, Gesù ce l'ha fatta, ha vinto. Lo Spirito Santo, che lo aveva condotto nel deserto, non Lo ha lasciato solo e ha vinto per Lui e in Lui.
Come Gesù stesso dirà un giorno: «Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». E non è stato così anche per Lui? Lo Spirito Santo Gli ha ricordato tutto quello che negli anni di Nazareth Egli aveva ascoltato leggendo la Scrittura. Ora quella Parola torna preziosa, Gesù la tiri fuori e, con la Sapienza che è in essa, allontana il Maligno.
Il diavolo ritornerà al tempo fissato, ma troverà un Gesù ancora più saldo nella speranza e per lui sarà la sconfitta, questa volta definitiva. Così sia anche per noi. Amen!