Omelia (17-02-2013) |
don Giovanni Berti |
La giusta tentazione Clicca qui per la vignetta della settimana. Questa estate, nel viaggio in Israele con i giovani delle parrocchie del paese e accompagnato dal carissimo amico don Fabiano, un giorno è stato dedicato al cammino nel deserto di Giuda. E' lo stesso deserto nel quale è collocato il racconto del Vangelo di questa prima domenica del cammino quaresimale. Mentre leggevo questo passo, non ho potuto far a meno di pensare alla mia esperienza, che non è stata di quaranta giorni, ma di poche ore. Il deserto è davvero affascinante, specialmente per chi come me non lo ha mai visto se non attraverso foto o film. E' dunque assai difficile immedesimarsi in pieno con chi ci vive oggi e con lo stesso Gesù allora. Ma sicuramente ho sperimentato almeno lontanamente il clima di estrema essenzialità dell'ambiente. Il deserto, con la sua assoluta semplicità di elementi (poca acqua, pochissima vegetazione e quindi zero ombra, quasi totale assenza di animali e persone) diventa il luogo ideale per guardarsi dentro, senza distrazioni esterne. L'evangelista Luca, dopo aver raccontato ampiamente l'infanzia, colloca l'inizio del ministero di Gesù adulto proprio con questi 40 giorni nel deserto. Gesù è qui per calibrare in modo corretto tutta l'azione che seguirà. E' qui per ritrovare se stesso e il significato di tutto quel che farà in seguito. Inizia con questo cammino nel deserto il cammino che lo porterà fino alla croce, e oltre ancora... E' accompagnato dallo Spirito (così scrive l'evangelista) e anche dal diavolo che tenta di sedurlo. Da come è scritto sembra che le tentazioni siano state ben di più di quelle descritte, perché il tentatore è con Gesù fin dall'inizio e agisce su Gesù con "ogni tentazione". Quelle raccontate sono da prendere come riassuntive di tutto il periodo di "prova" che, come detto, serve a Gesù per sperimentare da un lato la propria capacità e forza, e dall'altro la costante assistenza di Dio attraverso il suo Spirito. Sembra proprio che queste tentazioni siano necessarie per Gesù, e che il diavolo sia in fondo un "collaboratore", suo malgrado, all'azione formativa di Gesù. In che cosa consistono queste prove? Gesù viene tentato nel corpo con le sue giustissime necessità. Gesù ha fame dopo il lungo digiuno, e mangiare è un suo diritto! La seduzione inizia proprio qui, quando il Diavolo vuol far credere all'uomo Gesù che in fondo le esigenze del corpo sono più importanti di quelle dello spirito, e le vuole mettere una contro l'altra. Gesù comprende che non è così, e nonostante la fame non mette al primo posto il pane, ma sempre Dio! Gesù viene tentato anche nel potere. Il Diavolo gli offre la scorciatoia del potere per controllare e piegare il mondo e le persone alla propria volontà. Ma Gesù ancora una volta mette Dio al primo posto, e lo farà per tutto il resto del suo ministero, quando si manifesterà sempre come servo di chi soffre e servo di chi cerca Dio. Gesù rinuncerà da subito alla gloria umana, specialmente quando questa ha il prezzo della sofferenza altrui e della non libertà degli altri. La vera gloria per Gesù è l'amore, e il vero potere viene dal mettersi al servizio. Gesù alla fine viene tentato con la religione stessa. Il Diavolo gli mette davanti le stesse parole della Bibbia, rigirandole a proprio vantaggio. Ma Gesù è ancora una volta superiore e sconfigge la manipolazione di Dio. Non si lascia sviare da chi, fingendo di dire che "così vuole Dio", in realtà vuol far fare quello che lui vuole, e che con Dio non c'entra. Se Luca ci racconta questo episodio di Gesù nel deserto è perché sa che anche noi, che siamo cristiani e portiamo il nome di Gesù in noi, siamo pure noi da un lato guidati dallo Spirito e dall'altro tentati dal diavolo. Nel cammino di Gesù nel deserto di Giuda, possiamo vedere noi stessi, e come Gesù qui ritrova il senso del suo ministero, anche noi possiamo riscoprire il senso e le difficoltà continue della nostra vita di fede. Se con la bocca diciamo spesso il nome di Dio nella preghiera, non è detto che il nostro cuore trovi in Dio la propria forza e pace. Non è mai scontato che Dio nella nostra vita abbia il primo posto. Sono tante le situazioni che ci portano a non fidarci più di Dio e delle sue promesse, e le difficoltà sempre nuove della vita ci portano ad allontanarci da Lui. In questi giorni non possiamo non pensare a tutto quel che sta succedendo nella vita della Chiesa. Clicca qui per lasciare un commento |