Omelia (24-02-2013) |
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Tenaci e perseveranti, continuiamo il cammino di Quaresima che ci porta alla Pasqua di Gesù! Siamo alla seconda Domenica e forse ancora non riusciamo ad entrare nel clima di questo tempo liturgico così prezioso! Beh, il Vangelo odierno ci aiuta molto a farlo. Intanto all'interno del Vangelo di Luca questo episodio straordinario è inserito dopo alcuni discorsi di Gesù che avevano come oggetto proprio la sua passione, l'annuncio della sua morte. Gli apostoli tra cui Pietro soprattutto, non avevano reagito bene a questa notizia. Probabilmente non ci credevano, gli sembrava tanto fuori da ogni logica che faticavano a prendere in considerazione un fatto del genere. Ebbene Gesù, che ormai sappiamo proprio non si scoraggia, anzi utilizza sempre modi nuovi per aiutarci a conoscerlo, decide di farsi accompagnare nel momento della preghiera da alcuni degli apostoli, perché quello era il momento privilegiato, unico di dialogo con Dio Padre e quindi un tempo in cui tutto ciò che veniva detto era vero, autentico. Non può essere un caso, visto che solitamente Gesù andava a pregare da solo, a volte pure di nascosto da tutti, che questa volta sceglie dei compagni! Gesù come molti genitori non si arrende davanti al rifiuto dei suoi "figli" di capirlo, ma trova altri modi per mostrargli che è vero anche se è complesso credere che dovrà soffrire. Perché l'ho paragonato ad un genitore?! Perché spesso ai genitori tocca dare notizie che alle orecchie dei figli non sono piacevoli, tutt'altro! Io ad esempio, non dimenticherò mai quando i miei genitori mi annunciarono che dovevamo cambiare casa in quanto un'altra famiglia l'aveva acquistata. Soltanto quando mamma iniziò a riempire gli scatoloni e mi portò a vedere l'appartamento nuovo, iniziai a pensare che fosse vero. Oppure da più piccola mi costringeva a prendere uno sciroppo talmente amaro che a volte non volevo dirle di avere mal di gola! Mamma nonostante il mio broncio, non desisteva e stava lì fino a che non lo prendevo tutto! Gesù, sa di parlare di cose dure e che i suoi più cari amici non si aspettavano, ecco perché decide di portali con sé su una piccola altura per incontrare il Padre. Pietro, Giacomo e Giovanni forse storditi e appesantiti dal pensiero di perdere il loro Maestro e amico, si addormentano, e al risveglio la visione di Gesù che parlava con il profeta Elia e Mosè li lascia ancor più disorientati. Pietro sorpreso e confuso chiede a Gesù di poter rimanere lì tutti insieme e l'evangelista dice "egli non sapeva quello che diceva", cioè non sa cosa dire e fare. Gesù appare loro in modo nuovo, non sembra più un uomo come loro, ma si presenta nella sua divinità. Su quel monte è Dio stesso a fare chiarezza dicendo a Pietro e ai suoi amici: "Questo è il mio figlio, l'eletto; ascoltatelo!". Dio indica agli apostoli di credere alle parole di Gesù, sebbene suonino incomprensibili o difficili. Quel Gesù che è apparso in una forma nuova è il Figlio di Dio e si mostra ai discepoli nella sua gloria affinché conoscano la sua divinità. Anche a noi come agli apostoli, Dio suggerisce di fidarci della Sua Parola e di Suo Figlio, da Lui viene ogni bene e ciò che in apparenza sembra impossibile e difficile da vivere con Gesù sappiamo che sarà per il nostro bene. Possiamo allora proseguire il cammino di Quaresima attenti alla parola di Gesù, fidandoci di Lui che vuole il nostro bene proprio come un genitore, un amico del cuore. Commento a cura di Antonella Stolfi |