Omelia (22-02-2013)
Riccardo Ripoli
Voi chi dite che io sia?

Non vi è mai capitato di domandarvi cosa rappresentate voi per le persone che vi sono più vicine come i figli, il marito o la moglie? Spesso non ci rendiamo conto che la nostra vita, le nostre relazioni con gli altri con il tempo tendono a cambiare perché i protagonisti della storia della nostra vita, noi compresi, tendiamo ad essere diversi. Se per i figi è cosa naturale e ben visibile perché maturano un carattere, passano da fasi di euforia a quelle di contrasto, per noi adulti non è così facile vederlo e sopratutto accettarlo. Quando vedo le persone che si divorziano e penso al loro matrimonio dove filmati e vecchie foto sono lì a testimoniare la gioia di un momento, la felicità di un periodo che ha portato alla promessa "con te per sempre fino alla morte", mi domando, ma cosa è cambiato, cosa li ha portati al litigio, alla separazione? Tutti noi vogliamo vedere l'altro come fosse idealizzato, puro, incontaminato dalle vicende del mondo, come fosse lo stesso del giorno del matrimonio, ragazzo o ragazza spensierata, oppure il figlio tenero e coccolone dei primi anni di vita, ma non ci rendiamo conto, o non ci vogliamo rendere conto che il cambiamento è continuo e costante, anche se non ce ne accorgiamo perché troppo immersi in una realtà alla quale anche noi apparteniamo. In un qualunque rapporto dovremmo imparare ad accettarci ogni giorno e non dare per scontato nulla, cercare di costruire con il dialogo, con la tenerezza, con le piccole attenzioni, con la comprensione del problema dell'altro un rapporto continuo. Facile? Tutt'altro, ma riuscirci significa amare ed essere amati, non riuscirci significa separazione e talvolta odio e violenza. Quindi forza e coraggio che la vita è questa e va affrontata a testa alta, ma il risultato è bello e grande e vale la pena andare avanti con la persona che si ama.
Anche Gesù ci chiede di capire il prossimo ed attraverso di lui si arriva a capire anche il Signore. Facile non è davvero perché il povero, il bambino maltrattato, il drogato ti mettono spesso a dura prova, ma si deve continuare a cercare di scoprire la sua natura perché è così che ci avvicineremo sempre più a Dio e la ricompensa sarà amore senza fine.