Omelia (02-03-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Luca 15,31-32

«Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato»
Lc 15,31-32


Come vivere questa Parola?

Il brano evangelico odierno è una delle pagine bibliche più conosciute ed affascinanti, ricco di immagini, di pensieri, di sorprese, di scelte e risvolti inaspettati (cf Lc 15,1-3.11-32). La parabola ci delinea il rapporto tra padre e figlio/figli e tra i due fratelli e ci invita a riflettere sulle conseguenze delle loro scelte, proprio come sono sollecitati a rifletterci i farisei e gli scribi mormoranti e quasi scandalizzati da quel maestro che riceve i pubblicani e i peccatori e persino mangia con loro (cf 15,1-2).

In qualche modo, gli scribi e i farisei riflettono gli atteggiamenti del figlio maggiore della parabola il quale per tutta la vita si era preoccupato delle vicende di casa, dei campi, dell'amministrazione, in modo che tutto andasse a perfezione e crescesse la ricchezza del padre, e ora, al termine di una faticosa giornata di lavoro, al ritorno in casa si ritrova nel bel mezzo di una festa di lusso. Tutto in onore di quel fratello fannullone che ha sprecato una buona parte del suo lavoro. Non riesce a riconoscere (ed accettare) che nel cuore del fratello si poteva riaccendere il desiderio di ristabilire un rapporto con il padre e con la famiglia, ma questa volta responsabile e degno. In fondo ne ha bisogno anche lui: deve riaccendere in sé lo stesso desiderio.

Il padre gli viene in aiuto. Non ha bisogno di abbracci, di vestiti, di cibi succulenti; ha bisogno però di ricordarsi che privilegio sia stare sempre con il padre, e, insieme al padre, gioire per chi questa consapevolezza l'aveva smarrita ma era capace di riprendersela, con umiltà e con serietà. In questo modo, tutti ci possiamo ritrovare fratelli nell'abbraccio misericordioso del Padre.

... Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te...

Dal messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima 2013:

«Tutta l'iniziativa salvifica viene da Dio, dalla sua Grazia, da suo perdono accolto nella fede; ma questa iniziativa, lungi dal limitare la nostra libertà e la nostra responsabilità, piuttosto le rende autentiche e le orienta verso le opere della carità».