Omelia (03-03-2013) |
don Luigi Trapelli |
Convertirci alla pazienza di Dio Davanti alle catastrofi, alle cose negative della vita, cosa siamo chiamati a fare e ad essere? E' questa la domanda che c'è posta nella prima parte di questo testo. Luca racconta due episodi, nei quali delle persone muoiono in circostanze singolari. Nel primo caso si parla di una rivolta di un gruppo di Galilei nei confronti degli oppressori romani, che Pilato soffoca nel sangue. La seconda è, invece, legata al caso. Una torre cade su diciotto persone e le uccide. La domanda che Gesù si pone è quella che si chiedevano tutti gli ebrei. Questi fatti sono avvenuti per un rapporto colpa- castigo ( vedi Giobbe) o, invece, sono un invito forte alla conversione di tutti? Gesù ci invita a entrare in tale logica. Le circostanze della vita non ci permettono di pianificare il nostro futuro, per cui è impossibile sapere cosa ci accadrà in modo preciso in seguito. Le disgrazie di questo mondo, non sono mai imputabili a Dio, ma fanno parte della vita. Detto in altri termini. Non sono più sano di altri perché sono credente, ma proprio perché credo voglio convertirmi e capire come tali situazioni, a volte difficili, sono parte integrante del nostro esistere. Le tragedie succedono perché la gente pecca? Assolutamente no, però tutto questo diventa un monito per capire come su questa terra anche ogni minuto, ogni secondo, possa essere davvero prezioso. Sono invitato a non sprecare la mia vita e a capire come la mia esistenza è molto labile. Chi ha sperimentato la morte di persone care in tenera età per malattie o incidenti, lo capisce ancora di più. Nella seconda parte, vi è l'invito di Gesù alla pazienza, all'attesa. Si parla di un fico che non produce nulla per tre anni, ma che il contadino vuole lasciare ancora un anno, affinché possa produrre frutto. Noi vorremmo che la gente cambiasse subito e certe idee entrassero immediatamente nella testa degli altri. E invece ci vuole tempo, pazienza. Pensiamo anche ai rapporti interpersonali. Quando scegliamo la tempistica giusta, otteniamo dei risultati stupendi. Ma se affrettiamo i tempi, succedono dei grossi guai. E, a volte, siamo chiamati ad aspettare la gente per mesi, affinché possa ritornare in contatto con noi, magari in una forma diversa. La stessa cosa capita con Dio che sa pazientare, che sa attendere e non giudica. Il tema di oggi è, allora, un forte invito alla conversione, ma anche ad aspettare i tempi di Dio e i tempi delle persone che, molte volte, sono diversi rispetto ai nostri schemi. Ma, forse, proprio questo è il bello della nostra vita!! |