Omelia (10-03-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Luca 15,22

Mettetegli l'anello al dito
Lc 15,22


Come vivere questa Parola?

Chi non conosce la bellissima parabola del Padre misericordioso?

Un figlio sfrontato e dissoluto che pretende in anticipo la parte dei beni paterni e, una volta entratone in possesso, li sperpera fino a ridursi all'indigenza più nera. Da padrone a servo, costretto al più umiliante servizio: guardiano dei porci, cioè di animali considerati immondi da parte dei Giudei.

Una situazione di estremo degrado.

Anche la via del ritorno non è lastricata di amore: torna, ma da servo, mentre il Padre attende il figlio.

Uno scenario di freddo grigiore squarciato dall'improvviso irrompere di una luce abbagliante.

La scena si anima: è tutto un correre, un accavallarsi di ordini che tradisce l'urgenza di un cuore che non può più contenere la piena dei sentimenti.

I segni del degrado sono cancellati e la dignità filiale restituita, senza la minima ombra di rimprovero, neppure tacito.

Ma prima che la gioia esploda pienamente nella festa, un particolare di rilievo richiama l'attenzione: "Mettetegli l'anello al dito". Con l'anello si apponeva il sigillo che autenticava e convalidava un documento. Quindi, nelle mani del figlio, è nuovamente rimessa la possibilità di disporre dei beni paterni e ciò senza neppure attendere che dimostri il proprio ravvedimento.

Viene in mente Pietro, il suo rinnegamento e la riconferma di un mandato con cui gli veniva affidata la Chiesa, il frutto prezioso del sacrificio di Cristo.

E con noi Dio non continua forse a fare così? Il rischio è di non farvi più caso, di non restare gioiosamente sorpresi, ma a ogni nostro ritorno Egli è lì, pronto non solo a riaccoglierci, ma a rimetterci l'anello al dito, riconfermandoci la sua fiducia e la missione che ci ha affidato.

Nella mia pausa contemplativa, voglio ritornare a tutte le volte in cui ho sperimentato l'amore infinito di Dio che mi riabbracciava, rievocando in particolare gli incontri sacramentali.

Signore, ogni volta che il sacerdote alza la mano su di me pronunciando le parole dell'assoluzione, le tue braccia di Padre tornano a stringermi mentre mi sussurri quel nome troppe volte dimenticato: figlio, figlio mio!

La voce di una santa

Il perdono è l'essenza stessa di Dio.
S. Caterina da Siena