Omelia (11-03-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Isaia 65,17 Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra Is 65,17 Come vivere questa Parola? Israele ha vissuto l'amara esperienza dell'esilio ed ora gli si prospetta la possibilità di una ripresa all'insegna della novità più radicale, in cui è coinvolto l'intero cosmo. Una svolta storica per un popolo, ma dietro di esso una realtà ben più vasta: non solo Israele, ma l'intera umanità vive in esilio, con in cuore la nostalgia della Patria perduta. Come per l'antico Israele, è ancora Dio a riaccendere la speranza: non con un'opera precaria di restauro, ma con " cieli nuovi e terra nuova". Il rilancio della creazione con l'impronta divina della novità. All'orizzonte si profila l'opera redentiva di Cristo. Con lui veramente la storia conosce una svolta decisiva e determinante, ma sempre all'insegna del coinvolgimento umano, di cui Dio per primo rispetta la libertà. Quei cieli nuovi e terra nuova non sono da proiettare in un futuro indeterminato, quando la realtà cosmica attuale giungerà al suo termine naturale. L'evento pasquale di morte-resurrezione ne ha già segnato l'inizio. Un capitale deposto nelle nostre mani perché lo facciamo fruttificare sia a livello personale che sociale. Oggi sta a me rimboccarmi le maniche perché sulle macerie di una società che presenta tutti i segni del decadimento, possa farsi strada la novità, proprio come una pianticella che spacca l'asfalto per gridare il trionfo della vita. Per il cristiano non c'è spazio per la tristezza e lo scoraggiamento: la vita ha vinto la morte e noi corriamo verso la pienezza dei cieli e della terra, prorompenti della novità che Cristo vi ha comunque immesso. Il buio dell'ora presente non deve farmi dimenticare questa consolante certezza, anzi deve rendermi maggiormente impegnato per affrettare la manifestazione di questa gioiosa novità. È l'impegno che mi assumo quest'oggi. Donami, Signore, di essere operaio solerte che collabora con te e con i fratelli perché la novità dilaghi nel mondo rinnovandolo. La voce di un dottore della chiesa Il Creatore ha investito l'uomo del potere di dominare la terra; gli chiede cioè di essere padrone, con il suo lavoro, del campo che gli è stato affidato, di mettere in opera tutte le sue capacità affinché la sua personalità, e la comunità intera, giungano al loro pieno sviluppo. S.Agostino |