Omelia (13-03-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Isaia 49,8-9

Al tempo della benevolenza ti ho risposto, nel giorno della salvezza ti ho aiutato. Ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo, per far risorgere la terra, per farti rioccupare l'eredità devastata, per dire ai prigionieri: "Uscite", e a quelli che sono nelle tenebre: "Venite fuori".
Is 49,8-9


Come vivere questa Parola?

Di chi parla il profeta: del "servo di YHWH" o di Israele? Al di là dei problemi esegetici che lasciamo agli specialisti, possiamo, senza forzature, leggervi un appello rivolto a noi, oggi.

Innanzitutto una consolante costatazione: Dio non è sordo alle nostre invocazioni ed è sempre disposto a sostenerci con il suo aiuto. Ne abbiamo fatto l'esperienza più volte, sia personalmente che come Chiesa. Basta riandare al nostro vissuto o alla storia che in ogni epoca ha conosciuto la presenza dei santi: provvidenziale aiuto divino per superare ore di oscurità, che non hanno risparmiato la stessa Chiesa.

" Ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo, per far risorgere la terra" è l'appello da cui essi si sono sentiti raggiungere e a cui hanno corrisposto generosamente permettendo a Dio di operare il prodigio della ricostruzione attraverso la loro piccola persona. E quanti, smarriti e confusi si aggiravano cercando chi additasse una via di uscita, un brandello di luce a cui aggrapparsi, hanno sperimentato, grazie a loro, il Dio che salva!

Non sono belle parole: è storia di ieri che urge alle porte per diventare anche storia di oggi.

Le ombre sono sempre esistite: non sono una novità, anche se quelle attuali sembrano più spesse perché vi siamo immersi, mentre quelle che hanno segnato altre epoche le vediamo dopo che si sono dissolte.

Però, per l'azione misericordiosa di Dio, che mai abbandona i suoi figli neppure quelli ribelli, le ombre finiscono con l'assolvere il compito di mettere in evidenza la luce.

Ma questo non avviene automaticamente: c'è bisogno di chi, dopo aver accolto in sé la corrente divina, se ne faccia propagatore. Un compito che non è riservato solo ai santi canonizzati, ma ad ogni cristiano e quindi, oggi, a me, a te, a noi che come Chiesa siamo chiamati ad essere segni di speranza che additano la via della ricostruzione, che gridano con la vita: è possibile risorgere da qualunque situazione, purché non ci si lasci travolgere dal pessimismo dilagante, e ci si impegni a portare il proprio mattone, confidando in quel Dio che ci è Padre e quindi non può abbandonare.

Voglio prendere sul serio questo appello di Dio, cominciando col dare il mio piccolo apporto là dove vivo e opero.

Ecco le mie mani, Signore, ecco la mia voce, i miei piedi, la mia mente, il mio cuore, tutto il mio essere: serviti di esso come vuoi per portare luce dove sembrano trionfare le tenebre, per ridare speranza là dove sembra essersi assisa da regina la disperazione.

La voce di un testimone

Bisogna aiutare il giorno a spuntare
Raoul Follereau