Omelia (14-03-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Esodo 32,12

Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo.
Es 32,12


Come vivere questa Parola?

La lettura di oggi può suscitare qualche perplessità: certo, si sottolinea la forza dell'intercessione, ma il volto amante di Dio sembra cedere il passo alla stanchezza e all'indignazione, tanto da essere superato dall'atteggiamento misericordioso e magnanimo di Mosè, a cui Dio aveva promesso: " Di te invece farò una grande nazione".

Ma non si può stralciare una frase dal contesto più ampio della Sacra Scrittura, senza correre il rischio di sfalsarla. In questo caso possiamo richiamarci in particolare ad Ezechiele 22,30 dove Dio stesso si lamenta per non aver trovato nessuno che si facesse intercessore dei fratelli: " Io ho cercato fra loro un uomo che costruisse un muro e si ergesse sulla breccia di fronte a me, per difendere il paese perché io non lo devastassi, ma non l'ho trovato". E più avanti: " Io non godo della morte del malvagio, ma che il malvagio si converta dalla sua malvagità e viva. Convertitevi dalla vostra condotta perversa! Perché volete perire, o casa d'Israele?" (Ez 33,11).

No, Dio non vuole il male di nessuno, ma nel suo rispetto per la libertà umana lascia che ognuno scelga la via da seguire, senza tuttavia desistere dal mettere in guardia dal pericolo che si corre. E quando l'uomo si ostina a seguire vie che lo autodistruggono, egli cerca chi freni questo correre al precipizio facendosi mediatore dei fratelli con i quali, in forza della condivisa natura umana, è pienamente solidale. Così ha fatto con Abramo, con Mosè, con Cristo, incarnatosi proprio per garantire questa piena solidarietà e così contrapporre il suo incondizionato e umano "sì" al persistente e ostinato "no" di coloro di cui si è fatto fratello a pieno titolo.

Oggi questa intercessione, fatta non solo di preghiera ma anche di "sì" che si oppongano al dilagare del male, è affidata in particolare a tutti noi che ci definiamo cristiani: è il nostro turno per ergerci sulla breccia perché tutti siano salvi.

Rendimi, Signore, capace di scendere sulla breccia e di battermi insieme a Cristo e a tutti i fratelli di fede, perché la società ritrovi la via della vita.


La voce di un testimone

Intercessione vuol dire mettersi là dove il conflitto ha luogo, mettersi tra le due parti in conflitto [...]. È il gesto di Gesù Cristo sulla croce [...]. Egli è colui che è venuto per porsi nel mezzo di una situazione insanabile [e ha potuto farlo] perché era solidale con le due parti in conflitto, anzi i due elementi in conflitto coincidevano in lui:
l'uomo e Dio

Carlo Maria Martini