Omelia (10-03-2013)
don Luigi Trapelli
Il volto di misericordia del padre


Il capitolo quindicesimo di Luca è, forse, il capitolo più ascoltato dai cristiani per la parabola del "figlio prodigo", che potremmo meglio definire del "Padre misericordioso".

Perché Gesù scrive tale parabola e per chi la scrive?

Leggendo i primi tre versetti del testo, notiamo come si avvicinano a Gesù pubblicani e peccatori, mentre i farisei e gli scribi mormorano contro di Lui.
Lo scopo della parabola è chiaro: Gesù la pronuncia per gli scribi e i farisei, perché comprendano l'atteggiamento di Gesù verso queste persone e quindi di Dio nei confronti dell'uomo.

La persona che dovremmo analizzare non è tanto il figlio minore, quanto il maggiore che incarna l'esperienza degli scribi e farisei.

Il figlio maggiore non ha fatto nulla di male, ha continuato a servire il Padre e non capisce questo improvviso atteggiamento del Padre verso il figlio minore, che ha sperperato i suoi averi con le prostitute.
La collera è talmente forte che non riconosce più suo fratello e lo chiama " questo tuo figlio", cioè figlio del padre.

Perché il figlio maggiore è così adirato e quindi anche gli scribi che ascoltano la parabola?

Perché il figlio minore non si è del tutto pentito, anzi torna a casa poiché aveva fame ed era senza soldi.

Tale figlio sperpera tutti gli averi avuti da suo padre fino ad andare a pascolare i porci.

Allora inventa uno stratagemma per tornare da suo padre.
Non è assolutamente un modello di conversione e per questo tale parabola è detta del Padre misericordioso.

L'atteggiamento del Padre sconvolge.
Seppure vecchio va incontro al figlio.
Non lascia che il figlio finisca la frase, ma lo abbraccia.
Pone dei segni per fargli capire la sua dignità: il vestito più bello, l'anello, i calzari ai piedi.

Addirittura fa uccidere il vitello più grasso in una continua esplosione di gioia.

Il Padre invita il figlio maggiore a rallegrarsi anche lui perché il perduto è stato ritrovato, ma il racconto rimane in sospeso e la risposta siamo noi a darla.

Il brano ci presenta da un lato la grande tenerezza e misericordia di Dio verso i peccatori e dall'altro come viviamo tra uomini peccatori che Dio amerà sempre.
Dio è fatto così!!

L'amore di Dio è esigente per noi in quanto il figlio maggiore sarà figlio del Padre solo se saprà condividere tale amore servendo il fratello.

La Chiesa non è una setta, ma è aperta ad ogni persona, anche chi ha sbagliato e questo è l'atteggiamento di misericordia del Padre.

Quando ci confessiamo, non possiamo che partire da tale aspetto.
Di fronte alle nostre miserie, ai nostri peccati, Dio ha un cuore grande disposto al perdono.

Il Dio di Gesù Cristo ha questo tipo di volto, a volte diverso dal padre terreno, però profondamente umano.

A noi accettare o rifiutare tale volto.