Omelia (13-03-2013) |
Riccardo Ripoli |
Il Padre mio opera sempre In questo periodo leggiamo ogni giorno di suicidi per la disperazione di essere rimasti senza lavoro, per la crisi che attanaglia tutti ed è tristezza infinita. La morte di una persona è già di per sé una notizia che stringe il cuore, ma non è tanto per questo che soffro quando leggo di un suicidio, in fin dei conti è espressione di una volontà e sono molto più addolorato quando sento di bambini morire di fame o uccisi, quanto per la mancanza di speranza che ha preso quella persona. Ci sono passato a ventun anni subito dopo la morte della mia mamma, e quando tutto è nero, quando vedi che nessuno ti aiuta o se lo fanno non ti basta mai, quando pensi che il tuo futuro è radicalmente cambiato e non potrà mai tornare ad essere roseo vedi alla morte come ad una liberazione pensando che sia meglio il nulla di quell'insieme di aspetti negativi senza un filo di speranza. Ecco, un filo di speranza. La Fede è un raggio di luce fine fine che si insinua nelle mille nubi della nostra esistenza e illumina la strada da seguire, ci da conforto, ci ricorda che dietro alle nuvole il sole c'è sempre. Bisogna solo aspettare che le nubi passino e la luce prenda il sopravvento sul buio. Quante volte anche nel corso del cammino dell'Associazione cui ho dedicato la vita ho avuto momenti bui, momenti di grande dolore, preoccupazione, problemi da risolvere più grandi di me, eppure la soluzione è sempre arrivata. Quel raggio di luce inviato da Dio per dirci "tranquillo, io sono con te". La pioggia, i temporali sono necessari alla nostra vita per fortificarci e apprezzare maggiormente la vita. Resistere, tentare ogni strada per risolvere i problemi è come un canto continuo al nostro Creatore, un esempio agli altri che stringendo i denti si può fare un altro passo e poi un altro ancora e arrivare alla meta, alla fine dei nostri giorni con la consapevolezza di non aver mai mollato, una scommessa con noi stessi prima ancora che con gli altri, una scommessa che possiamo vincere e come premio avremo pace e serenità eterne. Chi rinuncia alla vita fa un atto di grande egoismo perché ognuno di noi ha la sua importanza nel mondo, anche il più povero dei poveri, il più reietto di tutti ha il suo grande valore che è quello di farci capire ogni giorno come siamo fortunati ad avere quello che abbiamo, per quanto poco ci possa sembrare. Pensate a chi non ha mai avuto una casa, a chi sin da bambino passava da un'abitazione all'altra occupata abusivamente vedendo continuamente violenze, depravazioni, alcolismo, droga. La perdita della posizione raggiunta, del lavoro, della casa, del coniuge, del figlio non bastano a giustificare il rifiuto del dono della vita. Non giudico il suicida, giudico l'atto perché credo fermamente che ci sia sempre una soluzione, un adattarsi ad una nuova vita, anzi penso che le cose negative debbano servire a darci la forza di cambiare radicalmente la nostra vita. Un giorno ci sveglieremo felici del nostro presente, avendo alle spalle il passato che tanto ci ha impaurito e addolorato. La morte della mia mamma è stata un dolore enorme, ma oggi posso dire che senza quella morte oggi avrei un'altra vita e quella che ho oggi è la migliore che mai avessi potuto immaginare. Quel momento difficile non è dimenticato, anzi è ancora un dolore pungente nel mio cuore, ma è alleviato da quella luce che Dio ogni giorno mi manda attraverso i sorrisi dei tanti bimbi che ho intorno, mediante gli abbracci delle persone che mi vogliono bene e che mi stimano e mi seguono in questa difficile, ma bellissima avventura che è la vita. |