Omelia (17-03-2013) |
dom Luigi Gioia |
Neanche io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più I farisei e gli scribi di questa pagina evangelica mostrano fino a che punto è vero il rimprovero che Gesù rivolge loro: "Voi non conoscete né me né il Padre mio" (Gv 8,19). Cercano di giustificare le loro azioni ricorrendo alla Scrittura, ma l'hanno letta con un velo sugli occhi: Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; ma quando vi sarà la conversione al Signore, il velo sarà tolto.(2 Co 3,15s). Infatti, questi scribi e farisei hanno letto nella legge, tradizionalmente attribuita a Mosé, che Quando un uomo verrà trovato a giacere con una donna maritata, tutti e due dovranno morire: l'uomo che è giaciuto con la donna e la donna. Così estirperai il male da Israele (Dt 22,22).Hanno letto nella Scrittura solo ciò che permetteva loro di mettersi nella posizione di accusatori, ma hanno ignorato tutto ciò che accusava anche loro, come tutti gli uomini, dello stesso delitto di adulterio che imputano alla donna che hanno trascinato davanti a Gesù. Come possono infattiquesti sapienti scrutatori della Scrittura che sono gli scribi e i farisei aver dimenticato le tantissime pagine dei profeti nelle quali l'adulterio è chiaramente denunciato non solo nella già gravissima forma di infedeltà nel quadro del matrimonio, ma in quella ancora più grave di infedeltà nel quadro dell'Alleanza, della relazione con il Signore? Per farsene un'idea, basta anche solosfogliare alcune pagine del profeta Osea, il quale paragona il popolo ad una moglieche si è prostituita,... si è coperta di vergogna, perché ha detto: "Seguirò i miei amanti"... che dedicava i suoi giorni a Baal (gli idoli), bruciava loro i profumi, si adornava di anelli e di collane e seguiva i suoi amanti, mentre dimenticava me! (Os 2,7.15). Come potevano non aver presente allo spirito le struggenti pagine di Ezechiele, nelle quali il Signore gridatutto il suo sconfortodi amante ferito dal tradimento di colei che aveva ricolmato della sua tenerezza: Passai vicino a te e ti vidi. Ecco: la tua età era l'età dell'amore. Io stesi il lembo del mio mantello su di te e coprii la tua nudità. Ti feci un giuramento e strinsi alleanza con te -oracolo del Signore Dio -e divenisti mia....Ti adornai di gioielli. Ti misi braccialetti ai polsi e una collana al collo.... Divenisti sempre più bella e giungesti fino ad essere regina. La tua fama si diffuse fra le genti. La tua bellezza era perfetta. Ti avevo reso unosplendore. Oracolo del Signore Dio. Tu però, infatuata per la tua bellezza e approfittando della tua fama, ti sei prostituita, concedendoi tuoi favori a ogni passante. Prendesti i tuoi abiti per adornare a vari colori le alture su cui ti prostituivi. Coni tuoi splendidi gioielli d'oro e d'argento, che io ti avevo dato, facesti immagini d'uomo, con cui ti sei prostituita (Ez 16, 8-17). Queste pagine della Scrittura ritornano alla mente degliscribi e dei farisei solo nel momento solenne nel quale Gesù indica simbolicamente che il Legislatore è lui, cheè lui l'autore del Legge: come in passato, con il suo dito, aveva scritto la condanna a morteper l'adulteriosu tavole di pietraa causa della durezza del loro cuore (cf. Mt 19,8), così ora che è giunta la pienezza dei tempiscrive nei cuori la rivelazione della sua misericordia: Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra (Gv 8,6). E'il momento per gli scribi, per i farisei, per ciascuno di noi di scoprire che la vera adultera non è la donna che giace tremante per terra, ma sono coloro che pretendono di agiree di accusarein nome del Signore mentre invece sono prigionieri della durezza del loro cuore, della cecità e della sordità nelle quali li riduce il loro peccato. E' il momento di capire che èGesù il coniugetradito dal suo popolo, tradito dalla cattiva fede di questi scribi e di questi farisei che insistono nell'interrogarlo per metterlo alla prova e avere motivo di accusarlo(Gv 8, 6). Tutto questo è svelato nell'attimo cruciale nel quale Gesù finalmente apre la bocca: Chi di voi è senza peccato, scagliper primo la pietra contro di lei (Gv 8,7). Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani(Gv 8,9): di fronte al Signore, di fronte al suo silenzio, di fronte al gesto misterioso con il quale scrive per terra, di fronte infine alsuo sguardo, scopriamo chesiamo noi gliadulteri, siamo noi gliinfedeli, siamo noi chelo tradiamo con gli idoli dai quali ci lasciamo quotidianamente sedurre: la concupiscienza della carne, la concupiscienza degli occhi, la concupiscienza della vita (1Gv 2,16). Siamo noi che meritiamol'indignazione afflitta del Signore: Non capì che io le davo grano, vino nuovo e olio, e la coprivo d'argento e d'oro che hanno usato per Baal. Perciò anch'io tornerò a riprendere il mio grano, a suo tempo, il mio vino nuovo nella sua stagione; porterò via la mia lana e il mio lino, che dovevano coprire le sue nudità.... La punirò per i giorni dedicati ai Baal, quando bruciava loro i profumi si adornava di anelli e di collane e seguiva i suoi amanti, mentre dimenticava me!(Os 2,10-15) Ma questi lamenti didoloree di delusione non sonomai l'ultima parola del Signore. Quali che siano l'indignazione, le minacce di punizione, il dolore del Signore, alla fine ritorna immancabilmente la sua promessa di intervenire in modo decisivo per cambiare il cuore dell'amata: Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.(Os 2,16). Tutta la pedagogia di questa pagina evangelica consiste nel condurre scribi, farisei e ciascuno di noi in questo desertodi cui parla il profeta Oseadoveil Signorepuò finalmente parlare al nostro cuore, un deserto nel quale non possiamo più evitare di riconoscere il nostrotradimento, la nostrainfedeltà: anche noi siamo messi a nudo da questa frase, tra le più significative mai pronunciate nella storia del genere umano: Chi di voi è senza peccato, scagliper primo la pietra contro di lei(Gv 8,7). Messi di fronte al nostro proprio peccato, lasciamo finalmente cadere la pietra con la quale ci preparavamo a lapidare il nostro prossimo con il giudizio, la critica, il dito puntato e ci lasciamo riconciliare con Dio e con i fratelli. Gesù ci ha condotto nel deserto, ci ritroviamo, come la donna adultera, soli, davanti a lui: Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo (Gv 8,9). Ecco finalmente l'adultera ricondotta davanti al suo sposo. Ecco finalmente il momento nel quale l'adultera può incrociare di nuovo lo sguardodel suo Sposo, del suo Signore che per troppo tempo ha evitato nella sua vergogna. Ecco il momento che il Signore ha tanto atteso, quello nel quale può infine dirgli: Ti facciomia sposa per sempre, ti facciomia sposa nella giustizia e nel diritto, nell'amore e nella benevolenza, ti facciomia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore(Os 2,21). Ecco finalmente il momento che il Signore ha tanto atteso, quello nel quale può finalmente liberare la sua sposa dal suo peccato, dalla sua vergognae restituirle la sua libertàe la sua dignitàdi figlia di Dio: Neanche io ti condanno; va'e d'ora in poi non peccare più. (Gv 8,11) |