Omelia (16-03-2013)
Riccardo Ripoli
Questi è davvero il profeta!

Tanti sono stati profeti e qualcuno pensa che Gesù sia stato uno dei tanti.
La cosa che mi ha sempre colpito è come si faccia a giudicare Cristo come uno dei tanti. Isaia, Geremia, lo stesso Giovanni il Battista e gli altri grandi profeti dicevano "verrà il Figlio di Dio", mentre Lui ha detto "Io sono il Figlio di Dio".
Non sono nate religioni attorno ai grandi profeti, ma solo attorno alla figura di Gesù, una religione, quella cattolica, che ha resistito alle intemperie del tempo, agli scandali, agli attacchi esterni per duemila anni.
Ma tutto questo vorrà pur dire qualcosa. Come si fa a non credere a Gesù? Non ha creato un movimento politico, non ha fatto guerre, non è entrato nel governo della città, non è divenuto re, eppure con amore e perseveranza, con il dialogo e la pace in pochi anni del Suo girovagare in un pezzetto di mondo assai limitato ha cambiato il modo di pensare, ha fatto milioni e milioni di seguaci, ha dato speranza e fiducia a chi altrimenti sarebbe nel buio e nella disperazione.
Ora che si sia tutti dei creduloni, tutti presi da un abbaglio colossale, che tutti i miracoli che sono stati fatti abbiano una ragione scientifica che però da duemila anni nessuno riesce a svelare, mi sembra un non voler ragionare. Non dico che si debba credere per forza, ma anche il non credere è comunque un estremo parimenti irrazionale.
Sono gli altri a darne testimonianza, sono gli altri a dichiarare che Gesù è il Figlio di Dio.
I miei ragazzi spesso si abbattono e pensano di non valere, di essere grandi peccatori, incapaci di risorgere, di migliorare, di riuscire nella scuola così come nella vita, ma io dico sempre a ognuno di loro "Tu sei Bruno". "Tu sei Rebeka!", "Tu sei Eleni". Tu... vali tantissimo e loro spesso non ci credono. Pensano che sia abbagliato dall'amore di un padre per i propri figli, che non sia obiettivo, ma quante persone invece mi parlano di loro, dell'educazione ed il rispetto che hanno, dei principi che portano avanti, del coraggio delle loro idee. Sono orgoglioso di loro, di quello che sono oggi, con pregi e difetti. Non so se mai diventeranno grandi medici, scienziati, professori universitari e nemmeno mi interessa. Saranno quello che vorranno essere, saranno quello che il Signore vorrà che siano. Io li vedo oggi, vedo come sono e vedo solo cose belle perché quello che conta è il cuore, tutto il resto è contorno. Ed anche se sbagliano, anche se non si impegnano, anche se sbuffano, anche se si lamentano perché vorrebbero avere sempre di più al pari di ogni adolescente, io vedo il loro cuore, lo tocco con mano ogni giorno e sono certo che se tutti avessero la metà dei loro sentimenti, il mondo sarebbe senz'altro migliore.