Omelia (24-03-2013)
Ileana Mortari - rito romano
La Passione di Gesù secondo Luca

In questo commento noi fisseremo sinteticamente la nostra attenzione sul «tesoro della passione del nostro Signore alla cui meditazione tutti sono invitati per alimentarsi e salvarsi», come dice l' "Imitazione di Cristo", un classico della spiritualità cristiana. D'altra parte la lettura piana ed immediata del racconto della passione è già di per se stessa un atto di fede e una proposta di vita, soprattutto nella prospettiva lucana.

Infatti il terzo evangelista ha impresso alla trama degli eventi che egli aveva ricevuto già dalla più antica tradizione cristiana un'impronta "esistenziale": è come se egli disegnasse una strada che il discepolo deve seguire dietro i passi del suo Signore. Seguendo Gesù nella passione, il cristiano è
chiamato ad un'adesione personale e vitale, da compiere in Gerusalemme, la città-meta dell'itinerario terreno e spirituale del Cristo e del discepolo.

Così, Simone di Cirene e le donne, di cui Luca ci offre un ritratto molto accurato, non sono spettatori o testimoni neutri, ma sono quasi dei modelli della sequela di Gesù anche nell'istante ultimo e decisivo. Di Simone Luca nota che «gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù» e questa espressione è normalmente usata dall'evangelista per definire l'impegno del discepolo che «porta ogni giorno la sua croce» seguendo il suo Signore anche nella donazione estrema. Le donne «si battono il petto» e questo gesto sarà ripetuto alla fine del racconto dalle folle che «se ne tornavano percuotendosi il petto». Questo atto è simbolicamente la rappresentazione del pentimento e della conversione che nasce dall'appello del Cristo: «Piangete su voi stesse...».

Gesù sulla croce offre al discepolo un altro grande esempio da incarnare nella vita, quello del perdono dei peccatori e delle offese ricevute: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». E' una lezione che Gesù ha ripetuto durante tutta la sua esistenza terrena e che il primo martire cristiano, Stefano, raccoglierà e metterà in pratica proprio nell'istante della sua morte (At.7,60). In questa linea d'amore, di perdono e di donazione sino all'ultimo si colloca anche l'episodio, riferito solo da Luca, del malfattore pentito a cui Gesù offre il dono della salvezza nel Regno. Con quell'uomo peccatore noi tutti dobbiamo ripetere: «Noi giustamente riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E con queste parole di conversione anche per noi si spalancheranno le braccia dell'amore misericordioso di Dio.

Anche nella sua morte il Cristo, agli occhi di Luca, diventa il segno di un'altra via da seguire, quella del perfetto abbandono nelle mani di Dio. Come è noto, è solo Luca a citare un'altra preghiera finale di Gesù moribondo, oltre a quella desolata del Salmo 22 («Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?»). Infatti, riprendendo le parole del Salmo 31, Gesù esclama: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». È come la sintesi di una lunga lezione che Cristo

spinto». H come la sintesi di una lunga lezione che Cristo aveva distribuito nel Vangelo di Luca su questo tema (si legga, ad esempio, il c. 12 di Luca). In pratica l'ultima parola che affiora sulle labbra di Gesù è, secondo Luca, in quel «Padre!» finale, pronunziato con serenità e fiducia.

Al termine della sua narrazione della passione Luca pone una nota a prima vista marginale: «Tutti i suoi conoscenti e le donne che avevano seguito Gesù fin dalla Galilea osservavano questi avvenimenti». Similmente anche le folle convertite dalla croce di Cristo «ripensavano a quanto era accaduto». Maria, in apertura al Vangelo di Luca, era stata presentata come colei che «serbava tutte quelle cose meditandole nel suo cuore» (2, 19.51). Per comprendere il senso profondo celato sotto l'involucro esteriore dei fatti della passione di Cristo è necessario «osservare, ripensare, meditare».

E' necessario conoscere la via della contemplazione, della riflessione, del silenzio. E' necessario nella liturgia creare lo spazio perché la parola di Dio penetri nella nostra esistenza e vi fiorisca.