Omelia (22-03-2013)
Riccardo Ripoli
Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere

Uno dei nostri ragazzi non va benissimo a scuola, ha un impegno saltuario e discontinuo, ma ieri andando a parlare con i professori ci è stato detto che è maturato tanto rispetto allo scorso anno, che sta crescendo ed ha dentro di sé valori e principi ben radicati improntati all'aiuto del prossimo, accompagnati e sostenuti da una grande Fede.
Oggi si parla tanto male dei giovani, che sono maleducati, pieni di superbia ed arroganza, senza valori ed in buona misura è vero, ma sono abituato a valutare la parte buona di ogni cosa e devo dire, con grande orgoglio, che i nostri ragazzi portano tutti avanti gli stessi valori, hanno la stessa educazione e rispetto per gli altri. A cosa è dovuto? Principalmente alle loro scelte e alla fatica che hanno accettato di fare nel crescere, nel mettersi in gioco, nell'evitare brutte e spiacevoli situazioni e compagnia, ma molto è dovuto al dialogo, all'ambiente che attraverso la nostra Associazione hanno frequentato, all'amore che è stato loro donato.
Una delle nostre ragazze ieri diceva "Ho il desiderio di formare una mia famiglia, ma ho il dispiacere nel cuore di lasciare questa". Nella nostra società i ragazzi non vedono l'ora di uscire di casa, di avere la loro libertà, di potersi gestire, di tenere i genitori lontani dalla propria vita il più possibile per poi ricorrervi solo in caso di necessità. I nostri hanno anche delle limitazioni, delle regole che i loro coetanei non hanno, come ad esempio non possiedono il cellulare, e pertanto avrebbero diversi motivi in più per volersene andare. Ma allora cosa li trattiene? Cosa gli impedisce, una volta raggiunta la maggiore età, di andarsene?
Credo che il collante sia l'amore, il dialogo che in molte famiglie manca, quello spirito che porta molti volontari a desiderare di restare con noi, molti ragazzi ad accettare regole e punizioni. Si rendono conto che stanno crescendo, che la loro maturità è diversa da quella dei compagni di scuola, che la droga, il furto, il razzismo, il rifiuto del prossimo non fanno parte della loro indole.
Possono arrivarci mille critiche, mille giudizi negativi, ma il frutto del nostro lavoro si vede e si può toccare con mano e questo ci porta ad andare avanti, a passare oltre quando un'assistente sociale dice che facciamo tutto per interesse, oppure una persona a mettere in giro voci cattive.
Chiunque voglia può venire a trovarci, conoscerci, toccare con mano la nostra realtà ed il comportamento dei ragazzi, gli occhi che brillano, i sorrisi continui parleranno per noi.