Omelia (25-03-2013)
Riccardo Ripoli
Tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento

Il Signore ci dice "non sappia la tua destra ciò che fa la sinistra" perché ciò che facciamo per il prossimo deve essere un dono fatto non per farsi ammirare o per ricevere qualcosa in cambio, ma è comunque importante che ciò che viene fatto serva da esempio agli altri per migliorarsi aiutando il prossimo. Ci sono certi insegnamenti che sembrano andare in contraddizione con altri, ma non è così.
Avete mai attraversato la città alla mattina presto verso le cinque in bicicletta o a piedi?
Si sente, in certi punti, un fortissimo odore di pane appena sfornato, un aroma delizioso che invoglia ad andare a prendere un pezzo di schiacciata, soffice, calda, profumata.
Eppure il fornaio ha cotto il pane nel silenzio e nel nascondimento del suo forno, magari in una viuzza laterale e ben poco frequentata, ma l'aroma che deriva dal suo lavoro parla per lui, racconta di come quella farina sia stata impastata con il lievito e con l'acqua, racconta di quanta fatica occorra la sua preparazione, la sveglia presto, il forno da accendere, i locali da pulire. Ecco, il panettiere non ha detto a nessuno del suo lavoro, ma chiunque passi lì vicino sa tutto, gioie e dolori.
Non lo avvertono tutti, ma solo coloro che si svegliano presto, che vanno peregrinando per la strada con calma e tranquillità
Certo coloro che escono alle otto, che prendono l'autobus o la macchina, che sono distratti da mille luccichii e discorsi difficilmente potranno carpire la fragranza di quell'aroma, a meno che non entrino nel panificio, magari per un loro interesse.
Non c'è bisogno di gridare ai quattro venti il nostro operato verso chi curiamo, l'aroma di una tale azione si effonde nell'aria e raggiunge coloro che sono attenti, alla ricerca di qualcosa che dia loro pace e serenità.
Ultimamente sono molte le persone che ci chiedono di fare volontariato con noi e tratto comune a tutti è il dire che in casa nostra si respira una bella atmosfera.
I nostri sforzi, le fatiche nel quotidiano per far si che i ragazzi siano sempre ben lavati, nutriti, vestiti, preparati a scuola, ma sopratutto che abbiano valori dentro di loro, principi che emanino un buon profumo e attirino altri verso l'affidamento.
Pensiero sbagliato comune a tante persone che non conoscono il mondo dell'affido se non per sentito dire, è che i ragazzi siano tutti difficili, pieni di rabbia, problematici e che accoglierne uno in casa vorrebbe dire rovinarsi la vita.
Stupidaggini. Certo, ci sono ragazzi difficili, così come possono esserci all'interno di famiglie "normali", ma sono una piccola percentuale. I ragazzi che arrivano in affidamento hanno alle spalle una famiglia non facile, ma hanno anche tanta voglia di essere amati e di amare. Con l'affido il nostro compito è quello di accoglierli e cospargerli di tutti quei profumi che la vita ci ha donato a piene mani. Quell'unguento che metteremo loro addosso sprigionerà un aroma così buono da invogliare tante altre persone all'accoglienza.