Omelia (26-03-2013) |
Riccardo Ripoli |
Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te! Sentiamo spesso dentro di noi un grande entusiasmo, un desiderio fortissimo di fare mille cose, un amore spassionato per gli altri, per Dio. Buoni propositi che spesso si risolvono in bolle di sapone. Perché accade? perché non siamo abbastanza forti nella Fede verso Dio, nella fiducia verso il prossimo, nella consapevolezza di sé stessi o semplicemente per paura. Vergognarsi? No davvero, non ci si deve vergognare delle nostre debolezze, se non sappiamo stare vicino ad una persona, se non abbiamo il coraggio di lottare, la tenacia per studiare, la grinta per andare avanti. E' tutto molto umano. Sbagliato sarebbe non capire il proprio errore e continuare a commetterlo all'infinito senza pentirsene, senza cercare di migliorare, di cambiare il nostro modo di fare e di interagire con le persone che ci sono vicine e che ci vogliono bene. Il Signore non ci condanna per le nostre mancanze. Pietro lo tradì per tre volte, per tre volte rinnegò il Signore dicendo "io non lo conosco", eppure era quello a Lui più vicino, il più devoto, il discepolo della prima ora, colui al quale Gesù aveva nominato suo primo rappresentante sulla terra. Il Signore non ha cambiato idea su di Lui, pur sapendo del suo tradimento, perché capisce le debolezze umane. Non vuol dire che per questa mancanza di Pietro Gesù non abbia sofferto, ma sapeva anche che dentro di lui c'era un seme buono che con fatica sarebbe nato in mezzo ai mille rovi della vita. Tutti noi, lo dico spesso ai ragazzi, siamo umanamente soggetti a sbagliare, a fare buoni propositi e poi a non mantenerli, ma la cosa importante è non perdere di vista la Fede per Dio e la fiducia nelle persone. Possiamo anche tradirle, deluderle, farle soffrire, ma alla fine se c'è la fiducia c'è anche il perdono, il chiedere scusa, il trovare altre strade per andare avanti e volersi bene ed allora sarà pace, collaborazione, amore, amicizia. |