Omelia (28-03-2013)
Omelie.org - autori vari


COMMENTO ALLE LETTURE
a cura di Massimo Cautero

Rileggendo e meditando il brano di Giovanni sulla "lavanda dei piedi", alla luce di quanto abbiamo vissuto nella Chiesa in queste ultime settimane, sempre più forte emergeva la riflessione sulla vera libertà, su tutto quello che, nella verità, rende un uomo, un cristiano, libero!
Premesso che esercitare la libertà è sempre un fruire della profonda gioia che viene dall'esercitare il proprio essere - cioè la singola verità che siamo ognuno di noi - dobbiamo applicare questo anche al nostro Signore Gesù mentre realizza, concretizzandola, la "Magna Carta" della Sua Chiesa nell'ultima Cena. Se la libertà è "potere", il potere massimo, Gesù lo esercita nel servizio - come ci ha ricordato il 19 marzo il nostro padre Papa Francesco - e questo è forse il punto più importante, ma anche più dolente, della Chiesa corpo di Cristo. Nel tempo, e come è già avvenuto, la Chiesa cambierà e si "adatterà" alle nuove esigenze, culture, maniere e modi, una cosa non potrà mai cambiare, anzi due: la Sua Libertà ed il Suo Servizio, se vuole, ovviamente, continuare ad essere immagine della bontà-tenerezza e Amore di Dio.
Troppo tempo va perso nelle nostre elucubrazioni e necessità di sistematizzare tutto, troppo tempo è impiegato per capire cosa siamo e dove andiamo, troppo tempo è impiegato nella ricerca di una cosa che oggi, Gesù, nella Sua geniale e divina semplicità, ci ripropone come il vero "essenziale" per essere ciò che Lui ci vuole. Egli ci mostra il vero esercizio del potere, il più grande, un potere talmente grande che non può essere in nessun modo aumentato o paragonato ad altro: il Potere-Servizio. Siamo sempre alla ricerca di formule nuove che aprano una nuova evangelizzazione, organizziamo convegni e forum su come attualizzare e portare uno slancio nuovo al messaggio evangelico, e non ci accorgiamo che nella assoluta semplicità ci viene solo richiesto di esercitare, semplicemente e liberamente, quel potere che Dio ha messo nelle nostre mani, il "Potere Servire" che l'uomo più libero della storia ci ha mostrato nei fatti, l'uomo-Dio che il Padre più amorevole di tutti ci ha pro-curato!
Certo, guardando Gesù che, anche quest'anno, si cinge di un grembiule e lava i nostri piedi, forse un tenero pensiero di fare lo stesso viene anche a noi, magari anche come solo gesto di semplice imitazione, ma quello su cui dobbiamo fissare la nostra attenzione non è di certo un dolce sentimento ma la maestosa e divina libertà di Gesù che interroga la nostra libertà a mettere lo stesso grembiule, in definitiva senza troppi sentimentalismi e illusioni.
Libertà, la nostra, forse troppo piccola e ridotta, troppo condizionata dai se e dai ma, troppo schiava dei no, dalle paure che - come ci ha ricordato Papa Francesco - possono riguardare anche l'essere buoni e teneri in un mondo di lupi ma, in fondo, paure affrontabili e vincibili proprio perché la nostra forza non viene da noi ma da colui che si è cinto, una volta per sempre, del grembiule del servizio, a servizio nostro, non solo perché ci facciamo servire nella Salvezza ma perché nella Salvezza fossimo capaci di servire i nostri fratelli! Quanta libertà sacrifichiamo alle nostre paure e alle nostre illusioni impedendo alla vera immagine del Padre di venire fuori, al Figlio di servire tutti, allo Spirito Santo di agire in tutti.
Allora, da dove si comincia, o ri-comincia?
Dall'appello che Gesù fa alla libertà di Pietro che rifiuta di essere servito: "Se non ti laverò, non avrai parte con me". Se la nostra libertà non si consegna al bene, a Gesù, per essere da lui servita, resterà una falsa libertà che arriva persino a dire a Dio quello che deve fare, una falsa libertà che deve dire lei come e quando.
"Signore non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!", è la risposta dell'uomo libero, del cristiano adulto, che decide di essere libero come lo è il suo Signore. Certo è strano oggi dire che bisogna imparare a servire con il farsi prima servire, ma questa forse non è proprio il cuore dell'amore cristiano, della Legge più importante che Gesù ci ha scritto nella nostra carne di salvati: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi"? Un antico proverbio dice una cosa che può sembrare ovvia e banale: "Non puoi dare ciò che non hai". Applicandolo a tutto questo mi viene la riflessione su quanto posso servire con amore se prima non mi faccio servire dall'Amore o, quanto meno, ne riconosco la profonda presenza e provvidenza nella mia vita.
Sicuramente la primavera sta arrivando, e non parlo di stagione, ed una cosa vorrei tanto cambiare nella mia vita preparandomi a rivivere gli eventi della nostra Salvezza, vorrei diventare, finalmente, un uomo libero, libero come Gesù, libero di esercitare il potere immenso del servizio amando senza freni, desidero con tutto il cuore che la mia libertà si consegni totalmente per essere da Lui servita affinché, con l'Amore con cui sarò servito, sia in grado di servire tutti con amore!