Omelia (03-04-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Atti 3,6 "Pietro gli disse: Non ho né oro né argento, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, alzati e cammina" Atti 3,6 Come vivere questa Parola? Un uomo storpio fin dalla nascita, se ne sta ogni giorno vicino alla porta Bella del tempio. Non aspetta altro che qualche monetina. E lo fa sapere, stendendo la mano verso Pietro e Giovanni che stanno per entrare. Due cose sono interessanti: il fatto che Pietro dica: Guarda verso di noi e più ancora le parole di una forza incoercibile. "Non ho né oro né argento, ma quello che ho te lo do". Pietro dunque è, da un punto di vista umano, un "nullatenente": un povero. Però può disporre di un NOME davanti a cui "si piegano cielo e terra": il Nome, cioè l'evocazione di un potere divino: quello di Gesù. È con quella potenza che Pietro può ottenere la guarigione del paralitico. Ecco: è come essere invitato a contemplare due poteri a confronto: da una parte quello del denaro, dall'altra quella del NOME di Gesù. Quale sia il più forte ce lo dice il brano. A noi la scelta di convogliare dalla parte dei soldi o dalla parte del Signore Gesù lo straripare dei nostri desideri. Signore Gesù anche il denaro, in una certa misura, serve per vivere. Solo però a livello materiale. Rendimene avvertito e fa' che con la forza del cuore e di tutti i suoi desideri io cerchi Te e viva di Te. La voce del Abate di Scete l'inesprimibile ed incomprensibile Dio si è abbassato: nella sua bontà ha rivestito le membra del corpo ed ha posto lui stesso un limite alla sua gloria, nella sua clemenza e nel suo amore per gli uomini si trasforma e s'incarna, si unisce profondamente ai Santi, ai pii, ai fedeli e diviene uno stesso Spirito con essi. S. Macario l'Egiziano |