Omelia (01-04-2013) |
Riccardo Ripoli |
Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi» A tutti noi piace farsi cercare, desiderare, ma quando veniamo corteggiati ci fa piacere uscire allo scoperto e andare incontro alle persone che ci vogliono bene. E' un atteggiamento che ho trovato spesso negli altri, anche nei miei ragazzi, ed ho imparato ad andare sempre verso di loro, anche quando si nascondono da me, anche quando preferiscono fare altro perché so che il primo passo lo devo fare io. Se aspettassi gli altri, potrei, in certe situazioni, attendere per anni e rovinare un rapporto. Non vorrei mai un giorno guardarmi indietro e capire che potevo fare qualcosa e non l'ho fatto per migliorare la gioia e la condivisione di una relazione. Se andiamo verso l'altro, se facciamo il primo passo, è facile che la persona, il ragazzo, il figlio si muova verso di te capendo le tue intenzioni e intuendo il tuo amore per lui. A volte si ha paura a muoversi per primi non perché non proviamo buoni sentimenti, ma perché abbiamo timore di essere respinti, non amati, non voluti e vogliamo vedere se l'amore per noi è così grande da spingerlo a cercarci. Una volta accertato siamo ben disponibili ad andargli incontro a braccia aperte. Se tutti facessimo così non ci sarebbero più rapporti umani. E' giusto attendere, ma bisogna imparare a fare il primo passo, a mettere l'orgoglio o la paura di un fallimento da parte e tirare fuori l'amore che alberga dentro di noi. Così dobbiamo fare con Gesù. In tutta la Sua vita ci ha insegnato a cercarlo, ha sempre voluto che fossimo noi a chiedere di Lui, a pregarlo di darci una mano, ma se ci mettiamo in cammino verso di Lui, state certi che non tarderà a mostrarsi e a darci tutta la sua grande e profonda Amicizia, così come ha fatto con le donne che, trovato il sepolcro vuoto, andarono a cercarlo senza indugio. |