Sorpresi dalla gioia
"E i discepoli gioirono nel vedere il Signore" (Gv 20,20) Vedere il Signore è sorgente di gioia!
Gli apostoli vedono e gioiscono. Vedono e credono. Credono e sono mandati. Sono mandati così come il Padre ha mandato Gesù: a sorprendere il mondo con la gioia della pace.
Questa è la commissione che il discepolo riceve dal maestro. Questo è il compito del mandato, un compito che è difficile da accettare e realizzare.
La cosa che mi ha sempre colpito in questo passaggio del Vangelo di Giovanni (20,19-31) è l'insistenza sulla presenza delle piaghe nel corpo di Gesù, il Risorto, il Vivente.
Mostra le mani e il costato per ben due volte affinché i discepoli possono avere la certezza che è proprio lui, colui che era stato veduto, tradito, ucciso e sepolto appena pochi giorni prima.
Perché le piaghe di Gesù non sono scomparse dal suo corpo glorioso? Perché esse diventano il segno di riconoscimento del Risorto, del mandato dal Padre?
La risposta può essere una sola: esse sono il segno del costo pagato per donare la pace. Pietro dirà: "dalle sue piaghe siete stati guariti" (1 Pt 2,25).
E' qui c'è un'altra sorpresa. Il Risorto dona lo Spirito Santo perché i suoi discepoli possano compiere la missione alla sua maniera, così come il Padre ha mandato lui. Dona lo Spirito della gioia!
Ma le sorprese non sono finite. I discepoli sono mandati a compiere una missione straordinaria: rimettere i peccati.
Questa è la commissione che ricevono dal Signore risorto: rimettere i peccati. Questo è il servizio che la nuova comunità dello Spirito deve rendere al mondo, questo è il potere dato alla Chiesa: la diaconia del perdono.
E la nuova comunità deve essere sorprendente come il suo Signore. Deve rimettere i peccati portando nella propria carne i segni del prezzo pagato per la remissione dei peccati degli altri.
La Chiesa missionaria, che il Risorto ha voluto, ha un solo modo per sorprendere il mondo: assumersi la pena del peccato consumandola nella sua propria carne perché il mondo abbia la gioia della pace.
Questo è quello di cui il mandato da Cristo deve riempire le sue mani, i suoi piedi e il suo costato fino ad arrivare al cuore: i segni dell'amore del Cristo.
Il mondo ha bisogno di essere sorpreso dalla novità dell'amore che genera la gioia.
Se il missionario porta le stesse cose delle ONG: denaro, progetti, sviluppo economico, finanziario e simili non sorprenderà; sarà bene accolto, osannato, onorato con qualche medaglia o statua, ma certamente non sorprenderà.
E' tempo che il mandato agli ultimi si assuma il vero compito che della sua missione: rimettere i peccati. Dio sa di che cosa l'umanità ha bisogno, per questo mandò suo figlio, per questo manda i discepoli del Risorto, per rimettere i peccati. Questa è la sorpresa di Dio all'umanità.
Siamo rimasti ammutoliti quando dalla loggia della Basilica di S. Pietro il più vecchio dei cardinali, con voce tremula, ha pronunciato il nome del nuovo papa, un nome che non ci era familiare. Tutti si attendevano un nome pronosticato, invece Dio ci ha sorpresi donandoci un uomo che, venuto dai confini del mondo, sta portando la Chiesa verso quelle estremità dove c'è bisogno di speranza e del servizio della remissione dei peccati!
E' tempo che noi, i missionari del Risorto, ci riprendiamo la nostra missione e la portiamo avanti alla maniera di Gesù: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi".
E' tempo per tutti noi di sorprendere il mondo con la gioia del perdono perché esso diventi il Regno dove Dio continua a sorprendere con il suo amore misericordioso.
p. Ciro Biondi, pime
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