Omelia (13-04-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Atti 6,1 In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell'assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove At 6,1 Come vivere questa Parola? Anche nell'idilliaco mondo degli Atti si verificano delle crepe. In realtà gli Atti non voglio offrire lo spaccato di una comunità ideale lontana dalla concretezza del vissuto, ma indicare una modalità ispirata dall'amore per affrontare e risolvere i problemi. Nei capitoli precedenti si era sottolineata l'attenzione reciproca che tendeva a ridurre le disuguaglianze economiche in modo da garantire a tutti il necessario. Qui troviamo che alcuni lamentano una carenza proprio in questo ambito: una categoria di persone non godrebbe di questa equa distribuzione. Il problema non viene né sminuito né accantonato. Dal contesto si coglie che esso non è attribuibile a cattiva volontà o ad arbitrarie e riprovevoli parzialità, ma solo al limite connesso all'incremento dei fedeli che rende più difficile tener dietro a tutto e a tutti. Lo stile più familiare deve necessariamente cedere il passo a un contesto più organizzato, dove si prevede una distribuzione di compiti e di ruoli diversificati, in modo che l'intera comunità possa essere seguita adeguatamente in tutti i suoi bisogni: materiali e spirituali. La scelta, rispettosa della profonda unità dell'unico corpo ecclesiale, porta quindi ad evitare sia uno spiritualismo astratto, dove esiste solo la preoccupazione dell'annuncio, sia un materialismo soffocante che fa convergere tutto nell'esclusiva attenzione ai bisogni primari dell'uomo. Le esigenze dell'annuncio, riservato soprattutto ma non esclusivamente agli apostoli, si coniugano armoniosamente con una prassi caritativa che ne è la naturale conseguenza, e di cui si fanno maggiormente carico i diaconi. L'unità della Chiesa e la sua fedeltà al mandato di Cristo non solo non sono minacciate, ma garantite da questa illuminata attenzione ai segni dei tempi. Donami, Signore, una fedeltà dinamica e creativa, capace di sintonizzarsi con l'oggi, così da incarnare in esso i perenni valori della fede. La voce di un grande Papa Una grande, impegnativa e magnifica impresa è affidata alla Chiesa: quella di una nuova evangelizzazione, di cui il mondo attuale ha immenso bisogno. I fedeli laici devono sentirsi parte viva e responsabile di quest'impresa, chiamati come sono ad annunciare e a vivere il Vangelo nel servizio ai valori e alle esigenze della persona e della società Giovanni Paolo II |