Omelia (08-04-2013)
Riccardo Ripoli
Nulla è impossibile a Dio

Quando si cerca di imparare a fare qualcosa è normale trovare delle difficoltà. Pensate se volete arrampicarvi sulle rocce, prima di affrontare l'Himalaya dovrete avvicinarvi pian piano a questo sport iniziando a muovere i primi passi in palestra o su pareti rocciose con piccola pendenza. Se desiderate scendere sott'acqua per ammirare il fondale marino ed i suoi abitanti dovrete apprendere le nozioni elementari di subacquea in piscina. Se volete diventare professori di qualche materia dovrete iniziare a studiare le basi e via di seguito.
La vita è esattamente la stessa cosa con due differenze sostanziali, la prima è che ci troviamo già inseriti in questo mondo e non è una scelta come per uno sport o una materia da studiare, la seconda è che per il fatto di essere già in corsa, pensiamo di sapere come muoverci e spesso non ci poniamo domande sul come fare una cosa, la facciamo e basta.
Sarebbe come se fossimo alle Maldive in vacanza, e per il solo fatto di essere in un posto fantastico con un mare che è una favola avessimo l'errata certezza che possiamo indossare maschera e pinne e andare in apnea a venti metri senza allenamento né insegnamento alcuno. Potrebbe anche andare bene, ma normalmente non arriveremo a venti metri, oppure avremmo dei problemi di compensazione e magari resteremmo delusi, amareggiati o impauriti dall'esperienza e ci allontaneremmo dal mare perdendoci per sempre le sue meraviglie nascoste.
Nella vita è la stessa cosa, se ci buttiamo a capofitto, se pensiamo di poter cambiare il mondo senza allenamento, senza capire le regole di vita, senza alcun principio, ma agendo d'istinto magari ci va bene, ma quante volte soffriamo perché non siamo preparati a trattare con le persone, non conosciamo il modo di dare un senso alla nostra vita attraverso l'amore, la solidarietà, la pace.
Così come per le arrampicate in montagna e per le discese subacquee occorre un istruttore, qualcuno che ne sappia più di noi e ci insegni le tecniche per salire o per scalare o per immergerci, anche nella vita occorre un maestro che ci faccia vedere il bene ed il male, ci insegni a trattare con la gente, ci aiuti e ci sostenga nei momenti difficili in cui vorremmo mollare tutto e una corda al collo potrebbe apparirci come l'unica soluzione possibile.
Per tutti noi, quando siamo bambini, gli insegnanti per eccellenza sono, o dovrebbero essere, i genitori e più in generale gli adulti di riferimento. E' per questo che nel caso di una bambino in affido sia preferibile una famiglia ad una comunità perché in quest'ultima c'è necessariamente un turn-over di educatori che, per quanto bravissimi, non potranno mai essere un punto di riferimento sicuro, stabile, quotidiano per i ragazzi.
Crescendo dovremo staccarci pian piano dalla mano di questi insegnanti e cominciare a muovere i primi passi nella vita, ma avremo sempre bisogno di un maestro che ci guidi e ci aiuti ad affinare le nostre tecniche. Se pensiamo di poter fare da soli, quasi certamente falliremmo.
Per chi ha Fede il Maestro per eccellenza è Dio e materia di studio saranno i principi ed i valori che Gesù ci ha insegnato, il libro di testo il Vangelo, ed i suoi assistenti saranno coloro che ci parlano di Lui e ci mostrano le applicazioni pratiche della sua dottrina.
Per chi non ha Fede maestro può essere chiunque, da un professore del liceo ad un guru indiano, da un dirigente di un partito ad un filosofo della new age.
Una differenza tra chi si considera ateo e chi ha Fede in Dio, a qualunque religione appartenga, è che il credere ti permette di ampliare i tuoi orizzonti oltre la vita e questa sarà affrontata in visione dell'eternità.
Avremo sempre bisogno di una guida, di un Maestro con il quale confrontarci, chiedere aiuto, piangere per gli insuccessi e gioire per l'emozione di un traguardo raggiunto.
Il mio Maestro è Dio, anche se sono un cattivo scolaro che ha solo pregio di non arrendersi mai, qual è il vostro?